A bböne cónte loc.id. = infine, comunque
Si potrebbe tradurre con “ad ogni buon conto”. Ma ritengo che questa locuzione sia troppo letteraria.
Preferisco, nel parlare semplice, tradurre con:
insomma,
alla fin-fine,
tutto sommato,
concludendo,
finalmente, e simili.
A bböne cónte, se nen arrevöve jìsse, nen ce putöve accumenzé = Alla fine, se non arrivava lui, non si poteva cominciare.
A bböne cónte, döpe tanta concorse, ho truéte ‘na fatüje = Finalmente, dopo tanti concorsi, ha trovato un lavoro(*).
(*)Fino agli anni ’60 il termine lavoro era tradotto con fatüje = fatica, perché veniva associato ad attività che richiedevano sforzo fisico, con termine moderno detti “lavori logoranti” (quelli di fabbro, cavamonti, facchino, muratore, mietitore, zappatore, camionista, boscaiolo, ecc.).
Il lavoro intellettuale era ritenuto di second’ordine, perché non richiedeva l’uso di muscoli, quantunque sappiamo quanto sia sfiancante anch’esso.
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