Tag: aggettivo

Ucchje pescéte

Ucchje-pescéte agg.= Congiuntivite

È il nome di una patologia che colpisce l’occhio e si manifesta con abbondante lacrimazione che si raggruma durante il sonno.

Scatenata da agenti esterni, quali polvere o abbagliamento, provoca un fenomeno infiammatorio con conseguente fotofobia, dolore e lacrimazione.

Può anche avere origine batterica per la presenza nel sacco congiuntivale di streptococco o stafilococco, che provocano un’infezione, risolvibille con l’uso di antibiotici appropriati.

Le nostre mamme ci liberavano le palpebre “incollate” dalle cispe (‘i scazzìlle) con acqua borica tiepida.

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Uasta-mestjire

Uastamestjire agg. = Arruffone

Dicesi di colui che si dà da fare in ogni modo, ma con mezzi modesti, perlopiù senza grandi risultati.

Significato letterale guasta-mestiere, ossia che non sa dare lustro al mestiere scelto.

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Tutte-quànde

Tutte-quànde agg.indef. = Tutti indistintamente.

Se riferito a un oggetto indica un’intera quantità.

M’agghje mangéte tutte-quande ‘u geléte= Ho mangiato tutto il gelato.

Se riferito a persone indica tutti indistintamente.

So’ venüte tutte-quande i cumbàgne a truàreme au sputéle= Sono venuti tutti gli amici a farmi visita in ospedale.

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Tutte-cöse

Tutte-cöse agg.indef. = Tutto, ogni cosa

Ogni cosa, indistintamente, nessuna esclusa.

Ovviamente su “cosa” c’è da scrivere un libro appositamente per le numerose sfaccettature che ha il termine sia in dialetto, sia in lingua.

Quanne vjine a chése pùrte tutte-cöse pe féje i scavetatjille = Quando vieni a casa (mia) porta tutto l’occorrente per fare i biscotti al finocchietto.

Nen m’ò dìtte tutte-cöse = Non mi ha detto tutto

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Truzzelüse

Truzzelüse agg. = Lurido, lercio

Molto sporco, pieno di tròzzele = sterco degli ovini.

Al femminile fa truzzelöse.

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Tróvele

Tróvele agg. = Torbido

Riferito a liquidi, definisce lo stato di non limpidezza causato da corpuscoli microscopici in esso contenuti.

U mére jògge jì tróvele = Il mare oggi ha le acque torbide.
Succede dopo una mareggiata, quando il moto ondoso smuove il fango dei fondali.

Riferito a persone, definisce l’aspetto caratteriale di nebuloso, chiuso, cupo, taciturno.

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Tranganére

Tranganére agg. e s.m. = Profittatore, egoista

Soggetto non affidabile, che pensa solo al suo tornaconto.

Nonostante la dichiarata amicizia, si comporta slealmente, volgendo a favore suo tutte le occasioni.

Códdu tranganére!..Camüne sèmbe pe’ l’ògna specchéte = Quell’egoista! Cammina sempre con l’unghia spaccata.

Quando qlcn agisce con “l’unghia spaccata”,  ti ferisce anche se ti fa una carezza.

 

Certamente tranganére deriva ‘ngannatöre, ingannevole, che inganna (‘u sùnne jì ‘ngannatöre = il sogno è ingannevole).

Può forse anche significare “colui che tracanna, che ingoia avidamente”, ovviamente che pensa a se stesso, senza curare gli altri.

La desinenza è in -ére, come ferrére, stagnére, lattére, purtenére, ecc. si riferisce alle attitudini del soggetto: è dedito al ferro, alla latta, al latte, alla portineria….

Chi ha altre ipotesi? Scrivete, così poi ognuno calza il significato come meglio possibile alle proprie esigenze.

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Tedecüse

Tedecüse agg.= Che soffre il solletico

Chi o che è particolarmente sensibile al solletico.

L’aggettivo tedecüse (al femminile fa tedecöse) è intraducibile o non reso efficacemente con un “solleticoso” che in lingua è più riferito a un fatto che suscita interesse morboso che a una persona vulnerabile al solletico.

Nen me tuccànne ca jü so’ tedecüse = Non mi toccare che io sono molto sensibile al solletico!

Deriva ovviamente dal verbo (clicca→) tedeché  = solleticare, titillare.

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Svertuéte

Svertuéte agg. = Non virtuosa

Accettata anche la versione sbertuéte.

Dicesi di ragazza priva di virtù domestiche, nel senso che non sa e non vuole accudire la casa. Per lei cucinare, cucire, rammendare, pulire, stirare, fare la spesa, ecc. sono cose senza importanza.

Se riesce ad accasarsi, magari grazie alla sua bellezza, darà problemi al povero futuro marito.

Sinonimo: Giannètte= Ragazza civetta, che vuole sempre mettersi in mostra

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Sverdechéte

Sverdechéte agg. = Smunto

Che è magro, pallido, emaciato, smorto, sbiadito.

Il vocabolario online Sabatini è prezioso in questi casi. Grazie prof. Sabatini.

Un soggetto in queste condizioni è chiamato fàcce vèrde = viso verde…o più azzeccatamente sverdechéte, come dire, spregiativamente, “sverdeggiato”. Lo so che in italiano non esiste questo termine, ma solo per fare un accostamento che evidenzi il verde. Non voglio creare neologismi.

Grazie all’impagabile Enzo che rinvigorisce fattivamente questa opera, addirittura con uno sfottò.
Lo vado a classificare degnamente in quella categoria. Clicca qui: sìcche

Facce verde e senza chelöre, nemmüche de Criste e tradetöre.

Si usa anche sverdechéte per designare un soggetto che – assillato da troppe angherie e mortificazioni – dopo aver ingoiato a lungo bocconi amari, finalmente sbotta contro il suo vessatore.  Ovviamene verde di bile!

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