Tag: aggettivo

Zappenuddére

Zappenuddére agg.,  s.m. = Zapponetano

Abitante o relativo al Comune di Zapponeta.

Il Zapponetaro in genere è considerato dai Manfredoniani un buon lavoratore cui non difetta la moneta. Coltiva intensamente suoi arenili: a rotazione semina e raccoglie pomodori e ortaggi di superficie nella stagione calda, e carote, finocchi, cipolle e patate nella stagione fredda.

Ricordo alcuni ragazzi zapponetari che venivano a Manfredonia a studiare al Liceo e alla Ragioneria. Tra questi ultimi un certo Michele Scommegna. Aveva l´hobby del canto. Facemmo insieme un paio di serate a Vieste e mi sembra a Mattinata. Poi del 1964 ebbe un successo internazionale col nome di Nicola Di Bari.

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Zanne-zanne

Zanne-zanne agg. = Irregolare

Non riesco a trovare un termine di lingua italiana più appropriato che calzi bene con questo aggettivo che descrive un taglio di capelli mal riuscito a causa delll’imperizia del tonsore.

In effetti i capelli non sono stati tagliati uniformemente, e quelli rimasti scendono formando una cascata irregolare, anche se corti, come tanti grossi denti (‘i zanne) non allineati.

Qlcu dice anche che stanne tagghjéte schéle schéle = sono tagliati a scalette.

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Voccapjirte

Voccapjirte agg.s.m. = Ciarlone

Al femminile dicesi voccapèrte.

Alla lettera significa “dalla bocca aperta”.

L’aggettivo si riferisce a persona che non sa tenere un segreto, o che parla sempre e a vanvera.

Che è inaffidabile, che non merita fiducia. Anche cialtrone: parla e parla ma non conclude mai niente.

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Vescéte

Vescéte agg. = Roso da parassiti.

Il parassita in questione è la vèsce, nota ai pescatori anche con il nome di mànge-e-chéche = mangia e caca, per la sua icredibile voracità.

Il legno vescéte, ossia attaccato dalla vesce (Teredo navalis) presenta lunghe gallerie e si briciola, divenendo friabile per l’assenza di fibre, tutte divorate da questo parassita.

Il termine per estensione si riferisce a qls oggetto corroso.

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Verrüte

Verrüte agg. = Nerboruto, vigoroso.

Fornito di una muscolatura forte ed evidente. Possente e agguerrito.

Me sènde verrüte. che sso’ ch’àmma fé? = Mi sento pieno di vigore: che cosa abbiamo da fare?

Che è nella condizione giovanile di prestanza fisica, ricco di forza e vigore, specificamente per affrontare rapporti sessuali.

Il soggetto non ha problemi di erezione: più nerboruto di così…

Infatti l’aggettivo proviene dall’italiano “verro” ossia il maschio del maiale adibito esclusivamente alla riproduzione, come i cavalli stalloni. Quindi forte e potente come un verro. Insomma come un vero porco in tutti i sensi.

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Vavugghjüse

Vavugghjüse agg. = Bavoso.

Vavugghjüse = Chjüne de vavógghje = Pieno di bava, che cola bava.

Per estensione si affibbia a un ragazzo che si atteggia a persona adulta. Un po’ come Móccappüse, oppure Meccüse

In questo caso l’italiano usa il termine un po’ spregiativo “moccioso”, da moccio: umore che esce dalle narici.

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Vasciòtte

Vasciotte agg. = Bassotto

Usato solo per designare una persona, maschile o femminile, di statura non elevata.

Talvolta si usa il vezzeggiativo vasciulìcchje o al femminile vasciulècchje, ma questa opzione grammaticale non aggiunge nemmeno un centimetro alla statura carente dei soggetti cui si riferisce l’aggettivo.

L’aggettivo ha valenza un po’ canzonatoria verso queste personcine, le quali di solito esprimono auto-ironia sulla loro statura e perciò si rivelano più intelligenti dei loro denigratori.

Conosco un tipo un po’ bassino, ma spiritosissimo. Quando un buontempone l’ha voluto deridere, ha prontamente risposto: i crestjéne bbune ce mesórene fjine a nu mètre e mjzze: ‘u reste jì chjüne de mèrde! = le persone valide si misurano fino a un metro e mezzo: tutto il resto è (superfluo perché )pieno di cacca!

Un altro soggetto una volta prese uno scivolone, e raccontandolo agli amici disse: me ne sò jüte lunghe-lunghe ‘ndèrre = me ne sono andato lungo disteso per terra. Quel lungo era accompagnato da eloquente gestualità. Intelligente la battuta auto ironica che evidenzia il contrasto fra il suo essere corto e l’espressione lùnghe-lunghe, lungo disteso.

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Vasce

Vasce agg. = Basso

Che ha un’altezza inferiore alla norma, che si trova in posizione non elevata.

Stu murjille jì troppe vàsce = questo muretto è troppo basso.

Ovvviamente se riferito a persona indica che ha bassa statura, anche come s.m.
Si ricorre al vezzeggiativo vasciòtte = bassotto, sempre riferito alla statura di una persona.

Si usa il superlativo è vasce-vasce (‘nu chéne vasce-vasce = un cane basso basso); al femminile si dice vascia-vasce (‘na segge vascia-vasce = una sedia bassa bassa)

‘U vàsce = Basso, o al femminile, ‘a vasce = La bassa, è l’uso sostantivato dell’aggettivo, ed indica una persona che ha proprio queste caratteristiche.

Mo vöne ‘u vasce = Ora viene il Basso.

Attenzione: lo strumento musicale il Basso o il Contrabbasso, sono chiamati ‘U basse, e ‘u controbbasse (o, con termine più antico, catarröne).

Anche qui la B che diventa V è tipico della lingua spagnola degli Aragonesi, e della sua influenza sul nostro dialetto.

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Vacànde

Vacànde agg. = Vuoto

In italiano i quasi omofono ‘vacante’ si riferisce a ufficio, carica, dignità, cattedra, mancante del titolare.

Ad esempio: Sede Vescovile vacante = Manca il Vescovo titolare (trasferito o deceduto), e si è in attesa del successore.

In dialetto semplicemente significa: vuoto, che non contiene nulla.

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