Tag: aggettivo

Nazze

Nazze agg. = colmo, pieno 

L’aggettivo deriva dal latino nassam. Si riferisce a qualunque contenitore pieno fino all’orlo, fin quasi a tracimare.

Per estensione si riferisce a persona ubriaca che barcolla perché – ovviamente – è piena di vino o alcol.
Sté nàzze Frangìsche = Francesco è colmo, è pieno di vino.

L’aggettivo viene spesso raddoppiato nazze-nazze = pieno pieno.

Si addice anche ai neonati, i cui pannolini esalano odori rivelatori: sté nazze-nazze = è pieno pieno (immaginate di che cosa…)

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Nammechéte

Nammechéte agg. e s.m. = Empio

Ammesso anche ‘nnammechéte e ‘namechéte.

Chi o che non rispetta le cose sacre, sacrilego.
Per estensione: irriverente verso istituzioni e tradizioni consolidate.

Credo che alla lettera significhi: “che è inimicato” (con Dio o con il Codice penale), parola dotta sfuggita a un prete sul comportamento scellerato di qlc farabutto.

Ne lu dànne avedènze a códdu nammechéte! = Non gli dare retta a quell’infame.

‘U nammechéte (Crìste-ce-vènghe) per antonomasia  a Monte, senza nominarlo, era considerato quello che sta sotto i piedi di San Michele!

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Müte

Müte s.m. agg. = Imbuto, muto

1) Müte s.m. = Imbuto. Arnese di forma conica terminante con un cannello che, inserito nel collo di una bottiglia o altro recipiente, consente di travasare liquidi.

2) Müte agg. = Che non può parlare perché affetto da mutismo: essere m. dalla nascita oppure che non parla perché non vuole parlare, o resta senza parole per una forte emozione. ‘Stu uagnone jì müte = Questo ragazzo è muto.

3)Müte s.m.: colui o colei affetti da mutismo. Jì arrevéte ‘u müte = E’ arrivato il muto.

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Muscelìcchje

Muscelìcchje agg. = Mingherlino

Al femminile è muscelècchje

Persona minutina, magra, sparuta, smagrita.

Molte ragazze, purtroppo, si sottopongono a diete ferree, così da da rischiare l’anoressia, e diventano scarne, eteree. Non sanno che a noi maschietti invece piace vederle piuttosto in carne!

Tande ca jì muscelècchje, ca assemègghje a ‘na sarde assecchéte au söle! = Tanto è smagrita che sembra una sardina seccata al sole!

Usato anche come sostantivo: Quèdda muscelècchje mo ce la porte u vjinde! = Quella ragazza magra, ora (è così leggera) che il vento se a porta via.

Secondo me deriva da musce = moscio, floscio, debole, senza forza, in forma diminutiva

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Mupacchjöne

Mupacchjöne agg. e s.m. = Cervellotico.

Deriva da müpe (femminile möpe), di grado un po’ meno grave.

L’aggettivo è riferito ad un soggetto dal carattere imprevedibile, un po’ squilibrato e inaffidabile, talvolta anche testardo, fissato, che non sente ragioni.

Uì, mò ho ‘mmurréte! = Eccolo, adesso non intende ragioni!

È il momento in cui un mupacchjöne “ammupisce“, ovvero si intestardisce e si impunta come un mulo che pianta gli zoccoli nel terreno, incrollabile nella sua cocciutaggine e caparbietà.

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Mulacchjöne

Mulacchjöne agg. = Bastardo

Usato anche come sostantivo. È molto dispregiativo e significa: figlio illegittimo, illegale, adulterino.

Fortunatamente il vocabolo è andato in disuso. Oggi, secondo la legge, tutti i figli, sia quelli nati nella famiglia, sia quelli nati fuori da essa, sono di pari dignità.

È scomparso dai documenti anagrafici l’indicazione della paternità. Ora basta la data di nascita, ma una volta, sulla Carta d’identità c’era la voce: (figlio) di…..
Quando la paternità era ignota, si scriveva figlio di n.n. (padre non noto). Una discriminazione che accompagnava la persona purtroppo per tutta la sua vita.

Credo che mulacchjöne derivi da mulo, animale ibrido e sterile nato dall’incrocio fra l’asino e la giumenta. L’incrocio tra il cavallo e l’asina è detto bardotto.

Ringrazio il lettore Amilcare Renato per il suo suggerimento.

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Mufföne

Mufföne agg. e s.m. = Trasandato, disordinato

Soggetto trasandato, sregolato, magari anche poco dedito alla cura e alla pulizia della casa (e spesso a quella personale!).

Al femminile fa (clicca→) Muffàrde 

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Muddìsche

Muddìsche agg. = Morbido.

Al femminile fa muddèsche.

Morbido al tatto, cedevole alla pressione, soffice, tenero.

Le generazioni odierne, seppure lo adoperano, pronunciano questo termine: mullìsche (m.) e mullèsche.

Mangéte ‘sti mènele ca so’ muddèsche = Mangiate queste mandorle ché hanno il guscio molle.
Agghje truéte vüve ‘nu ràngeche muddìsche sopa’a röne = Ho trovato vivo un granchio dal guscio tenero sulla sabbia.

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Mpernacchjéte

Mpernacchjéte agg. = Infiocchettato, adornato, agghindato.

Va bene anche la grafia mbernacchjéte.

Generalmente, in modo figurato, l’aggettivo mpernacchjéte (come dire coperto di pennacchi), viene abbinato al sostantivo càzze ed ha sempre una connotazione negativa. Ve lo immaginate un membro virile adornato con ciuffi di penne variopinte e nastrini? Sarebbe ridicolo, non consono alle sue funzioni biologiche.

Sì proprje ‘nu càzze mbernacchjéte! = Tu sei proprio un minchione!
Esclamazione rivolta, ad esempio, al compagno di giochi quando cala una carta non appropriata.

C’jì presendéte accüme a ‘nu càzze mbernacchjéte = Si è presentato con una faccia tosta.

Se avete altri esempi da sottoporre, replicate tranquillamente!

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Mósce

Mósce s.m, s.f. = Mùssolo, floscio, gatta

1) Mósce s.m. = Mussolo (Arca Noae).
È conosciuto in italiano come Mùssolo o Arca di Noè. Si tratta di un mollusco bivalve ora molto apprezzato. Fino agli anni ’50 era considerato un cibo da poveri (come i munelècchje, pesci piccoli di sciabica, ormai introvabili).
L’ambulante che vendeva i frutti di mare aveva il suo grido, ca tànghe ‘a còzzela chjöne! còzzele e mósce, còzzele e carèccchje, uhé! = (Voi non sapete) che ho la cozza piena! Cozze e mussoli, cozze e canestrelle, ehi!

2) Mósce agg.= Soffice, floscio, lento.
Dipende dal soggetto cui fa riferimento l’aggettivo, per es. un pallone un po’ sgonfio, un muscolo non in tensione, o qls cosa che avrebbe dovuto essere rigido e che si trova in posizione di riposo…allora (ahimé) è mósce.

Anche qlcu che è lento nel mangiare, nell’agire è definito mósce.

Al femminile l’aggettivo è mòsce, e la “ò” suona larga.

3) Mósce s.f. = Gatto.
Specificamente al femminile è gatta, o meglio micia cui somiglia il termine dialettale. Dim.musciarjille s.m. e musciarèlle s.f. = micino/a, gattino/a.

Per estensione bambino/a magrolino/a, dai movimenti lenti e dalla voce flebile.

Quand’jì bèlle ‘stu musciarjille! ‘sta musciarèlle! = Quant’è bella questo gattino! (o questa micina!)

La Mósce è anche un soprannome.

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