Ugghiaréle s.m. = venditore ambulante di olio.
Non credo in italiano esista il termine oleovendolo (come pescivendolo) oppure olearo e oliaio (come casaro, lattaio) o anche oliere…(come barbiere)….No,oliere mi sembra che faccia pariglia con saliere e pepiere…..
Comunque ci siamo intesi: l’ugghjaréle era una persona che, con un recipiente di latta legato al portapacchi della sua bicicletta condotta a mano, girava a piedi per le strade di Manfredonia richiamando le massaie con il suo grido prolungato: Uhé l’ùgghje, uhé l’ùuuuugghje! = Ohé, l’olio!
Se qualcuna lo chiamava, appoggiava la bicicletta alla parete e misurava con il suo decilitro di latta la quantità richiesta. Se una voleva “mezza misura” – ossia anche a 50 cc. per volta, perché non sempre la massaia disponeva di soldi per comprarne a litri – il suo occhio esperto sapeva dosare esattamente metà del suo misurino da mezzo quinto(100 cc.).
L’ugghjaréle è una figura ormai scomparsa, come quasi tutti gli addetti al commercio ambulante di Manfredonia.
Una volta giravano con i carrettini, o con cesti e panieri portati a braccio, molti merciai che vendevano latte, carbone, frutta, bottoni, lucido per scarpe, occhiali, aceto, pesci, castagnaccio, bustine di shampoo Palmolive, lana filata per maglieria, verdure, capperi, gelati, corbezzoli, stoffe, còzzele e carècchje uhé!. Addirittura il cavadenti (‘u türa-jagnéle) era ambulante!
Da non confondere con ugghjarüle.