Varlére

Varlére soprann.= Bottaio, barilaio.

Quando si pronuncia assieme al suo articolo, per un fenomeno fonetico dei dialetti meridionali, la V iniziale del termine diventa U‘u uarlére.

In realtà tutta la famiglia dei Varlére del 1900 (Zerulo), erano impegnati in edilizia e non a fabbricare barili.

Filed under: Soprannomi

Vàrde

Vàrde s.f. = Basto

Specie di sella, grossa di cuoio e legno, per asini e muli, che serve per caricarvi la soma (sacchi, legna, ceste e altro).

Varda vecchje = per similitudine è così chiamato un grosso oggetto in disuso, inefficiente, polveroso, che dà intralcio.  Forse per il fatto che venisse usata raramente, il basto rimaneva lungamente in un angolo della stalla a prendere polvere.

Jettàtale ‘sta varda vecchje = Buttatela questa robaccia.

Anche riferito a persona distesa sulla sabbia, sul divano, ecc. da lungo tempo e non dà segni di volersi rialzare.

Jàvezete da llà, c’assemìgghje a ‘na varda vècchje
 = Alzati da lì, ché sembri un basto logoro.

Termine che deriva dall’arabo bardaah. (بردى) che indica una specie di sella senza arcioni.

Filed under: VTagged with:

Vapöne

Vapöne s.m. soprann. = Vapore

1 ) Stato aeriforme di una sostanza, raggiunto per ebollizione

2) Macchina, veicolo o natante che funziona sfruttando l’energia prodotta dal vapore (locomotiva e più specificamente natante)

Si tratta anche di un soprannome locale: Mecöle ‘u vapöne originata dal fatto che un antenato fu marinaio su una nave a vapore, all’epoca chiamata semplicemente ‘u vapöne= il vapore, dal tipo del suo propulsore.

Filed under: Soprannomi

Vannüne

Vannüne s.m. = Puledro

Cavallo di tenera età, puledro, chiamato anche vannenjille o peddìdre.

Veniva attaccato al bilancino più per fargli fare movimento che per obbligarlo al tiro del carretto.

Delizia dei bambini per la sua docilità.

Filed under: VTagged with:

Vanne

Vanne s.f. = Parte, lato, luogo, sito, posto

Posto, località, luogo, zona.

In letteratura (e tuttora anche nel Salento) è stato usato il termine “banda” nel significato di parte, lato: es. la folla arrivava da ogni banda. Etimo albanese Banda, Benda, Bendi.

Credo che da questo termine derivi il nostro vanne.

Add’jì ca vé? A nescjüna vanne = Dove vai? In nessun posto.

A quala vanne ha viste fé acchessì? = Dove (in quale posto) hai visto fare così? = Non comportarti più in questo modo riprovevole.

Se a ‘na vanne nen sì stéte ‘nvetéte ne t’appresentanne = Se in qualche luogo non sei invitato non ti presentare.

Filed under: VTagged with:

Vandöre

Vandöre s.f. = Grembiule

Grembiule di tela grossa e a volta addirittura di cuoio come quello dei fabbri, usato dagli artigiani per proteggere i loro abiti da lavoro da bruciature o da vernice, o da colla, ecc.

Credo che derivi da “avanti” o “che si pone sul davanti”.

Il grembiule (che copre il grembo), usato tuttora dalla brave massaie, è di tela non troppo grossa, ed è chiamato con forma maschile ´u senéle, che protegge il seno o che si mette ´nzüne, addosso.

Quando una ragazza –  della quale le pettegole conoscevano le precorse  “battaglie” –   andava all’altare vestita di bianco, mascherando una perduta illibatezza, le malelingue dicevano che “n’ho fatte cjinde e jüne e mo ce mètte  ‘a vandöra bbianghe” = Ne ha combinate tante, ed ora si mette il grembiule bianco (ma noi sappiamo….).

Ora nessuno ci fa caso se la sposa ha il pancione sotto l’abito bianco..

 

Filed under: VTagged with:

Vamméne Zappunöte (La)

La vamméne Zappunöte loc.id. = La levatrice di Zapponeta

La locuzione descrive una donna che si dà delle arie eccessive. Ma chi crede di essere ‘a vamméne Zappunöte?

In un piccolo centro come Zapponeta potrebbe anche essere considerata una persona importante, insostituibile, ma che aveva poco da fare perché le nascite non erano molto numerose.

Ma nella nostra “grande” città costei è solo un numero che si confonde negli altri numeri.

Al maschile si diceva, con lo stesso significato spregiativo: ‘U Sìneche Zappunöte.= il Sindaco di Zapponeta, beninteso quando il centro era solo una piccolissima frazione di Manfredonia e certamente non aveva il Sindaco ma solo un Rappresentante in seno al Consiglio Comunale di Palazzo San Domenico.

Ora che Zapponeta è un Comune autonomo, certamente avrà il suo bravo Sindaco, legittimamente insediato. Perciò la locuzione ha perso il significato dispregiativo originale.

Filed under: VTagged with:

Vamméne

Vamméne s.f. = Levatrice

Ostetrica, levatrice.
Nei tempi in cui tutte le donne partorivano in casa la mammana era preziossima per la sua lunga esperienza.

Tutte le puerpere la chiamavano “comare”, come se avessero un vincolo speciale con lei.

Io ricordo le più note fino agli anni ’50: cummére Verèlle = comare Vera, e Cummére Marije Tunnjìlle. Non so se hanno ancora esercitato in epoca successiva.

Maledizione alla levatrice!

Un’imprecazione diffusa e simpatica è anche: Maledezzjöne, alla vamméne!

Filed under: VTagged with:

Vambógghje

Vambógghje s.m. = Truciolo

Striscia più o meno sottile di materiale, generalmente arricciata, che si asporta da un pezzo di legno o di metallo lavorandolo con una pialla o con altre macchine utensili.

Deriva, secondo me da vàmbe = vampa, fiamma per la facilità con cui si possono accendere. Usata proprio quale esca per preparare un fuoco più grande.

Famosa la gag del clown, che aveva posto gli occhiali verdi al suo ciuchino in modo che scambiasse per erba di prato i trucioli che gli aveva propinato per desinare.

Filed under: VTagged with:

Valanzüne

Valanzüne s.f. s.m. = Bilancina, cavallo d’appoggio

Non si tratta di una bilancia di precisione, quella usata dai farmacisti o dai tossicodipendenti.

1) Valanzüne s.f. = Bilancina, bilanciere.
È un’asta di legno cilindrica lunga cm 80 e di diametro di circa cm 10. Dalle due estremità partono due funi che si allacciano i finimenti del cavallo da tiro, e dalla parte centrale un gancio che si fissa al carrettöne=carro grande. Il fatto che avesse un gancio centrale e gli allacci alle due estremità la faceva assomigliare all’asta della bilancia a piatti. Da questo il nome valanzüne.

2) Valanzüne s.m. = Cavallo d’appoggio.
Per estensione si intende (‘u valanzüne, al maschile) il cavallo di appoggio a quello collocato tra le stanghe del carretto, che di solito è più forte e più affidabile, quando si prevede di trainare dei pesi considerevoli o di affrontare un percorso che comprende delle salite.

Filed under: VTagged with: ,