Si tratta della locusta migratoria, un insetto ortottero della famiglia degli Acrididi (Anacridium aegyptium), comunemente detta cavalletta, che si sposta periodicamente in sciami arrecando enormi danni alle coltivazioni di cereali.
La locusta è caratterizzata da due fasi: la fase sedentaria (o solitaria) e la fase migratrice (o gregaria).
Misteriosamente le migrazioni periodiche di massa avvengono ad intervalli molto irregolari, anche a distanza di decenni. Ma quando arrivano in sciami sono numerosissime e distruggono interi raccolti di frumento. Fu una delle bibliche piaghe d’Egitto.
In dialetto è al maschile, ‘u verròcchele, e si pronncia con la “ò” larga. Al plurale fa ‘i verrócchele, con la “ó” stretta.
verròchele s.m. (gr. broukos) Cavalletta, locusta
Quando non c’era la play-station i bambini si divertivano a catturare una cavalletta, metterla sotto un barattolo vuoto, con una pietra sopra. Si diceva che dopo una settimana l’insetto sarebbe diventato di celluloide (non esisteva nemmeno la plastica). Probabilmente sotto il solleone la povera bestia imprigionata nella latta si cuocesse agli infrarossi e disidratandosi lasciava visibile l’involucro disseccato e fragile.
Ho letto da qualche parte che verròcchele deriva dal greco broukos.