Gioco d’azzardo con le carte italiane. Questo nome deriva dalla corruzione della parola lanzichenecco dal tedesco Landsknecht, cioè servo della gleba (Land = terra, patria + Knecht = servitore)
Il gioco giunse in Italia nel XVI secolo portato dai mercenari tedeschi, chiamati appunto lanzichenecchi.
Nei decenni passati, la Zecchinetta era probabilmente il gioco d’azzardo più diffuso in molte bische dell’Italia centro-meridionale. In alcuni ambienti esiste ancora oggi. Non si può giocare nei locali pubblici.
Mi ricordo che in ogni cantina c’era sempre un cartello ben visibile dove il Commissario di Pubblica Sicurezza elencava i giochi di carte proibiti perché considerato d’azzardo. Fra essi c’era anche la misteriosa zecchinetta.
Vé juché au zecchenètte = È un giocatore incallito.
Indipendentemente dal gioco svolto. Era considerato uno sciagurato. Con un neologismo dicesi ludopatico.
Per coloro che volessero malauguratamente intraprendere la carriera dei giocatori incalliti, riporto le regole del gioco (reperite in rete):
Regolamento della Zecchinetta: giocatori da due in sù, mazzo da 40 carte italiano.
Si sorteggia chi deve essere il banchiere per la prima mano. Il prescelto stabilisce le puntate minime e massime. Quindi mescola, fa tagliare il mazzo e, colloca due carte scoperte verso il centro del tavolo e una scoperta davanti a sè.
Quest’ultima è la carta del banchiere, mentre le prime due sono quelle dove i giocatori possono puntare.
Quando le puntate sono state fatte il banchiere scopre una quarta carta dal mazzo.
– Se essa è uguale a una delle carte dei giocatori, egli vince tutte le puntate messe sulla carta omologa e le incassa.
– Se invece è uguale alla sua carta, egli paga alla pari tutte le puntate messe sulle due carte dei giocatori e il turno di banchiere passa al giocatore seduto alla sua destra.
– Se infine la quarta carta è diversa dalle tre carte scoperte, egli la colloca a fianco delle prime due e anche su di essa i giocatori possono piazzare nuove puntate.