Bacchitte

Bacchitte sopr.. = Bacchettino, stecco.

Una bacchetta al maschile.

Una spiegazione forse più plausibile.
Mio padre aveva un cugino di cognome Bacco. Credo che, riferendosi alla corporatura esile di qualche antenato di Bacco, gli fu affibbiato questo diminutivo.   Come se da Rossi si dicesse Rossini, Rossetti (peraltro esistenti in Italia).

Mio padre lo nominava sempre in questo modo.

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Allonghe da ‘gnüne

Allonghe da ‘gnüne int- = Salvo ognuno

Interiezione colloquiale, per augurare che la malignità o la cattiveria descritte debbano preservare  tutti, e rimanere circoscritte al solo episodio narrato..

Una specie di formula scaramantica per mostrare la propria estraneità all’evento negativo che si sta esponendo.

Un po’ come quando si manifesta che la propria parola (intesa come esposizione, narrazione) vada a danno dei poveri cani (←clicca).

Quindi allònga corrisponde a lungi, lontano, distante nello spazio o nel tempo.

 

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Allònga-süje!

Allonga-süje int. = Lontano sia! Salvognuno.

 

Corretta anche la versione longasüje.

Interiezione colloquiale, per manifestare all’interlocutore che l’evento negativo che si sta per descrivere, debba restare lontano da chi parla e da chi ascolta.

Sentite che bella definizione ho trovato in rete: “formula di scongiuro, con valore deprecativo, per esprimere timore, preoccupazione”

Quindi allònga corrisponde a lungi, lontano, distante nello spazio o nel tempo.

Altri allargano il concetto con allonghe da ‘gnüne = lungi da ognuno, salvognuno.

Scherzosamente si usa quando si parla del carattere burbero di qualcuno.

Se lu vöne a sapì pàtete, allonga süje! = Se, lontano sia, lo venisse a sapere tuo padre! (…sai che scenate farebbe!).

Nòneme, allonga süje, enjinde quand’jì = Mia nonna, salvognuno, (non si può descrivere) quant’è (severa)

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Jöve njinde

Jöve njinde loc.id. = da molto tempo

Una locuzione che si usa nelle domande o nelle risposte relative a fatti risalenti a tempi precedenti:

Jöve njinde ca nen ce venöve a Mambredònje = È da tanto tempo che non venivo a Manfredonia.

Da quanda tjimbe nen te mange düje scagghjùzze? Eh, jöve njinde! = Da quanto tempo che non ti mangi due scagliozzi? Eh, da tanto!
Quel Jöve njinde = niente è un antifrasi per dire “era troppo tempo”

 

 

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Zùppe-Fracchjaccöne

Zùppe-Fracchjaccöne s.m. = Gioco dello Zoppo

Era la denominazione di un gioco infantile.

Il sorteggiato da una conta, detto ‘u zuppe Fracchjaccöne, doveva rincorrere gli altri bambini, che fuggivano disordinatamente, saltellando su un solo piede.

Colui che veniva raggiunto, andava “sotto” e a sua volta, era obbligato lui a raggiungere gli altri saltellando su un solo piede.

Ovviamente il gioco si svolgeva all’aperto, agli incroci delle vie, quando il traffico automobilistico era praticamente inesistente.

Probabilmente Fracchjaccöne era un soprannome del tutto estinto, ma rimasto in una filastrocca che inserisco a parte.

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Zùppe-Carèlle

Zùppe-Carèlle sopr.

 lo Zoppo Carelli.

Forse deriva dal cognome Carelli e/o Carella diffuso nel sud Italia.

Ritenevo che gli attuali Zuppe-Carèlle fossero i fratelli Scuro dei traslochi.

Il lettore Michele mi ha dato elementi molto più precisi e devo convenire che il soprannome va attribuito legittimamente alla famiglia Centonza.

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Zumbé

Zumbé v.t. = Saltare

Zómbe-zumbètte = Salta saltello, gioco fanciullesco.

Voglio divertirmi a coniugare il verbo zumbé:
Jüje zòmbe, tó zómbe, jìsse zòmbe, nüje zumbéme, vüje zumbéte e löre zòmbene.

La pronuncia delle “o” gravi o acute è essenziale per la comprensione della persona che compie l’azione.

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