Ménaröle s.f. ( o Vròcchele)= Menarola, girabacchino
Si tratta di un trapano a manovella usata per praticare fori nel legno fino al diametro di 12 mm. Non è adatto per forare il ferro, ove è richiesta una forza maggiore.
L’impugnatura rotante è eccentrica rispetto all’asse dell’attrezzo, che termina generalmente con un mandrino per il fissaggio della punta perforante. La parte superiore termina con un pomello reggispinta, anch’esso rotante.
Usata anticamente dai carradori e tuttora dai falegnami restauratori per piccoli interventi. Con termine ormai desueto era chiamata anche vròcchele, (etimo sconosciuto) o più semplicemente tràpene a méne = trapano a mano, o ggirabbacchìtte = girabacchino.
Per fori in orizzontale su infissi verticali si appoggiava il pomello superiore al petto per avere maggiore spinta. Per i fori verticali si premeva con palmo della mano sinistra, mentre l’altra si girava la “manovella” del girabacchino con moto destrorso.
Le menarole di ultima generazione erano munite di un cricchetto unidirezionale al mandrino che consentiva di manovrare anche a un quarto di giro per volta quando si operava in ambienti angusti.
Parlo al passato perché al giorno d’oggi i moderni trapani elettrici o addirittura gli avvitatori portatili a batteria assolvano rapidamente questo compito.
Il principio della rotazione del girabacchino, cioè l’asta piegata a U che forma un eccentrico, viene applicato anche per manovrare il cric. In questo caso il terminale, al posto della filettatura che regge il mandrino, ha una piegatura a gancio
Anche il bastone che solleva il tendone da sole a rullo o di certe serrande avvolgibili usa lo stesso sistema.
Il termine girabacchino (detto in varie Regioni girabecchino o girabarchino) deriva dal francese vilebrequin,= albero a gomiti (dal vocabolario Treccani).