Nègghje s.f. = Nébbia
Fenomeno atmosferico consistente in un ammasso di microscopiche gocce d’acqua, che si forma, in prossimità del suolo o sopra superfici d’acqua, quando il vapore acqueo si condensa intorno alle particelle del pulviscolo atmosferico, offuscando la limpidezza dell’aria e riducendo perciò la visibilità (Sabatini-Coletti, Vocabolario della lingua italiana).
Tutti conosciamo questo fenomeno, che fortunatamente da noi si verifica raramente. Direi più sotto forma di foschia, ossia con visibilità oltre 50 metri, che non impedisce agli autoveicoli di circolare senza inconvenienti.
Il termine uguale esiste anche in Sicilia.
Il mio impatto con la “vera” nebbia, avvenne a Torino. Scesi dal tram alla fermata prevista, e appena misi piede a terra mi chiesi: E mò? Dove vado?
Non distinguevo nemmeno le mie scarpe!… Una sensazione di completo smarrimento che mi diede panico. Per fortuna di “accodai” ai bravi Piemontesi, che si muovevano agevolmente nella caligine, fino ad un bar, dove rimasi in paziente attesa degli amici che dovevo incontrare.
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