Fé ‘u fesse loc.id. = Fare il finto tonto, commettere deliberatamente qualche sciocchezza.
Nen facènne ‘u fèsse = Non fare lo scemo, pensa a rigar dritto.
Jü nen so’ fèsse, ma fazze ‘u fesse pe fàrete fèsse a te = Non sono sciocco, ma mi comporto da minchione per raggirati a mio piacimento.
Di solito si recita mentalmente questo “precetto” vitale – della serie “come spravvivere col tuo capo Ufficio” – come per dire a se stessi: calma!
Notate la differenza tra Fé u fèsse= comportarsi da sciocco e fé fesse = raggirare qlcu, gabbare, comportarsi da furbo.
La prima è una mediocre finta, la seconda è una geniale furbata.
Lino Brunetti scrive:
Fé ‘u fèsse pe nen jì alla guerre (fare il fesso per non andare in guerra).
E’ anche quello che fa finta di non aver capito gli ordini o le comande dei superiori.
Quando la naia (il servizio militare) era obbligatoria, c’erano un sacco di proscritti che fingevano malattie mentali, omosessualità, ecc., proprio per non assolvere agli obblighi di leva.