Categoria: S

Strappöne

Strappöne s.m. = Raffazzonatore

Persona dai modi grossolani, il cui operato è eseguito spesso in modo approssimativo.

Sinonimo: Ciavattöne

Specificamente con strappöne si definisce un bandista, un orchestrale che non aveva troppa dimestichezza con il suo strumento, suonato male per mancanza di tecnica e di talento.

Strappöne si definisce anche un cavallo da tiro che non riesce ad avere – soprattutto nell’aratura dei campi – un passo costante, fondamentale per una buona riuscita della stessa, ma che procedere a “strappi”

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Stravesé

Stravesé v.t. = Sfigurare

Alterare la figura, nel senso traumatico, sfregiare, procurare lesioni alla persona da renderla irriconoscibile.

Può riguardare anche il soggetto parlante.

Me sò straveséte ‘a fàcce pa cadüte = La caduta mi ha causato delle lesioni tali da sfigurarmi il volto.

Hanne fàtte allüte e ce sò stravesète tutte e düje = Hanno bisticciato e se le sono date reciprocamente di santa ragione, tanto da essere irriconosacibili.

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Stravugghjé

Stravugghjé v.t. = svolgere, srotolare.

Disfare ciò che era avvolto in precedenza. Dipanare un groviglio.

Insomma è l’esatto contrario di arravugghjé. = avvolgere

Ammessa anche la versione “sdravugghjé”, con la “d” al posto della “t”.

Sdravùgghje ‘sta lènze da ‘mbàcce ‘u vràzze = Srotola questa benda che è avvolta intorno al mio braccio.

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Strazza-parjinde

Strazza-parjinde agg. = Lontani parenti

Definisce delle persone che sanno di appartenere alla stessa famiglia, magari con lo stesso cognome, ma che non sanno definire il loro grado di parentela a causa delle scarse frequentazioni.

Nüje düje avrìmme ‘a jèsse strazza-parjinde = Noi due dovremmo essere parenti alla lontana.

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Streché

Streché v.t. = Strofinare, stropicciare, frizionare.

Passare in modo più o meno intenso una mano, uno straccio e sim. su una superficie per pulirla, lucidarla, ecc.

Strjìche bbùne ca ce uà lué ‘a nzónze = Stropiccia bene, ché se deve levare la sozzura.

Mìtte ‘u Sidòlle e strjìche p’a pèzze = Usa il Sidol e strofina con lo straccetto.

Non so se il “Sidol” esista ancora in commercio. Era un liquido in bottigliette da 100 gr. di latta, usato per lucidare l’ottone, l’argento e i letti nichelati.

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Stremé

Stremé v.t. = Stancare, somministrare l’Olio degli Infermi

1) Stremé = Stremare, stancare, estenuare qlcu con un carico eccessivo di lavoro.
Come sinonimo si usa sdrené e sdrenàrece.

2) Stremé = L’atto di ungere con l’olio degli infermi.
È un Sacramento della fede cattolica chiamato, fino al Concilio Vaticano II, “Estrema Unzione”.
Una pratica pietosa verso una persona moribonda per favorire il suo trapasso spirituale verso il Creatore. (Ricordate il Catechismo della dottrica Cattolica? “I Sacramenti istituiti da Cristo per la salvezza dell’uomo sono sette: Battesimo, Cresima, Eucarestia, Penitenza, Estrema Unzione, Ordine e Matrimonio)

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Streméte

Streméte agg s.inv.. = Sfinito, unto

1) Streméte agg = Stanco, sfinito, sfibrato, sfiancato, ecc.

2) Streméte s.m. = Persona che ha ricevuto il Sacramento dell’Estrema Unzione.

Dopo il Concilio Vaticano II del 1983 questo Sacramento è stato denominato “Olio degli infermi”.

Il Concilio, oltre a cambiarne la denominazione, ha stabilito che è lecito somministrarla anche più volte se il soggetto, fortunatamente per lui, dopo l’Unzione sacra, se la cava e rimane ancora in ‘questa valle di lacrime’.

Ecco perché si diceva stremé: dare l’Estrema Unzione, perché era l’ultima Azione svolta a favore di una persona ancora in vita.

Quindi la persona scampata veniva etichettata come streméte= che ha già ricevuto l’Unzione estrema.

Come accadeva spesso, il popolino non acculturato ha mischiato il sacro e la superstizione. Ragion per cui lo streméte, essendo stato a un passo dalla morte, ha acquisito poteri particolari: guai se si metteva a sendenzjé e guai a colui che si buscava una sua sendènze!

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Strèuse

Strèuse agg. = Stravagante.

Di persona o discorso o linguaggio bizzarro, estroso, fuori del comune, singolare.

Cìjì misse a parlé streuse = Si è messo a parlare in modo strano.

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Strevìgghje

Strevìgghje  s.f. = Cianfrusaglie.

Con voce più antica si diceva anche strembìgghje.

Oggetti eterogenei conservati in attesa di un loro improbabile utilizzo in lavori di bricolage.

Quacche jùrne agghja fé la jettéte de strevìgghje! = Uno di questi giorni mi libererò di questa cianfrusaglia!
(Clicca qui→ Scerpetìgghje)

Azzardo una  (im)probabile etimologia: la parte iniziale del sostantivo (stre-) potrebbe significare “extra e la desinenza vìgghje sarebbe una storpiatura di vicchje (vecchi). Quindi strevìgghje = extravecchi = oggetti stravecchi inutilizzati.

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Stringetüre

Stringetüre s.m. = Torchio, strettoio

Va bene anche scritto strengetüre.

Torchio per spremere le olive o le vinacce, lo stesso che strettoio.
È formato da tante doghe di legno saldamente inchiavardate, e da una pressa idraulica che spreme le vinacce per far colare attraverso gli interstizi il mosto in esse contenuto. 

In senso figurato arrevé au stringetüre vuole significare la finale resa dei conti, la messa alle strette. Come dire: tutti i nodi vengono al pettine. Non si sfugge.

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