Il sostantivo stajèlle si rifà alla definizione più antica di ‘staggia’ resa al diminutivo. Il termine staggia deriva dal lat. stadium nel senso di misura di lunghezza.
I nostri nonni dicevano stascèdde, o con altro termine più tecnico rijèlle. Ora li fanno di alluminio.
I Tecnici dell’edilizia usano il nome ‘regolo’ quale sinonimo di ‘staggia’, che ormai è usato raramente.
Ecco la definizione dell’Enciclopedia Treccani: “Regolo – Asticciola di legno, di metallo o di materiale plastico, a sezione quadrata o rettangolare, che si usa per tirare linee diritte. Attrezzo di legno di analoga forma con cui il muratore verifica l’allineamento dei muri durante la costruzione, o la spianatura dell’intonaco”.
Al maschile (‘u stajùle) indica un’asta di legno, e sezione tondeggiante adoperato in innumerevoli applicazioni. Ad es. per sostenere le piante, in coppia per costruire le sedie e gli schienali, le parti verticali delle scale in cui vengono fissati i pioli, ecc. ecc.
A noi Manfredoniani ‘u stajùle fa venire in mente un bel bastone, non quello che sostiene i passi delle persone anziane, ma un paletto cilindrico e maneggevole per freché de mazzéte (riempire di botte) qlcn o per difendersi da esso: comunque è un’arma impropria, perché micidiale.
In tempi ormai passati i giovincelli andavano a scuola di “bastone” o a quella di “coltello” – così come ora si va alla scuola di ballo, di karate o in palestra – per saper usare eventualmente uno o l’altro per difesa e magari per offesa.
Scherzosamente si sottolinea una persona dalle gambe lunghe: töne döje stajèlle = ha due pertiche