Categoria: S

Spruatöre

Spruatöre s.m. = Potatore

Colui che pota, che è addetto a operazioni di potatura (‘a pöte s.f. o ‘a spruatüre s.f.).

Al plurale fa ‘i spruatüre

Per eliminare parti di rami di una pianta per favorirne la crescita, il potatore usa spesso una piccola scure, taglientissima, detta accettullüne d’i spruatüre= Piccola accétta dei potatori.

Sono abili e richiesti tuttora spec. dagli olivicultori locali.

Ritengo che il termine derivi dall’azione di “privare” i ramoscelli superflui dal ramo principale.

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Sprudènde

Sprudènde agg. = Imprudente, sfacciato.

Che manca del dovuto rispetto; sgarbato, villano; che travalica le norme più elementari di educazione.

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Sprudènte

Sprudènte agg. = irriguardoso, sfacciato, sfrontato, arrogante.

L’aggettivo generalmente era rivolto alle pulzelle sfacciate che non usavano alcuna prudenza o rispetto verso il prossimo, anzi quando erano riprese per questo atteggiamento ostile, erano prontissime a ribattere all’infinito ogni tentativo di rabbonirle.

Al giorno d’oggi questo atteggiamento è molto diffuso, anche se il termine è andato in disuso.

La pìgghje pe chépe e möne mùzzeche, la pìgghje pe cöde e möne càvece! Ne la pute addumé de nesciüna manöre! = La prendi per testa e tira morsi, la prendi per coda e sferra calci! Non la puoi domare in nessuna maniera!

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Sprué

Sprué v.t. = Potare

Tagliare rami, parti di rami o radici di una pianta per eliminarne parti vecchie o malate, per favorirne la crescita o per darle una determinata forma.

Per questa operazione i potatori possono adoperare cesoie, seghe a mano, accétte.

Ritengo che sia una derivazione dal verbo privare, cioè rendere sprovvisto, lasciare senza, rendere privo di qcs.

In questo caso rendere privo di rami superflui.

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Spruìgne

Spruìgne s.m. = Pipistrello.

Alcuni pronunciano spruvìgne.
Io preferirei prolungare il suono della «u», come se pronunciassi: spruwìgne.

Il pipistrello (Pipistrellus pipistrellus) appartiene all’ordine dei Chirotteri (chiroptera).
Mammifero notturno con arti dotati di membrana che li rende atti al volo; cieco, di abitudini notturne, si serve di ultrasuoni per individuare gli ostacoli o le prede.
Di giorno si rifugia negli anfratti, nelle grotte, nei sottotetti, ecc.

Il termine spruìgne è usato da noi, per designare una persona molto magra e tuttavia agile e rapida nel muoversi.

Madò, ‘stu uagnöne m’assemègghje  proprje a ‘nu sprujigne! = Madonna, questo bambino mi sembra proprio un pipistrello!

Il prof. Francesco Granatiero di Mattinata asserisce che spruìgne ha una etimologia latina, derivante da vespro = crepuscolo:
… “[spervinculus, metatesi di vesperinculus, dal lat. vespertilio,-onis, con scambio di suffisso]”…

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Spuchelé

Spuchelé v.t. = Spigolare

Raccogliere manualmente le spighe rimaste sul campo dopo che è passata la mietitrice meccanica.

Spinti da necessità, dietro permesso del proprietario del terreno, le donne anziane si lanciavano nei campi per cercare di raccogliere un po’ di frumento per uso proprio.

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Spugghjé

Spugghjé v.t. = Spogliare

Svestire qlcu., togliergli di dosso gli indumenti, denudarlo.

Nella forma riflessiva spugghjàrece = spogliarsi, svestirsi, togliersi gli indumenti.

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Spüna-grosse

Spüna-grosse s.f. = Succhiello, trivellino

Il succhièllo (chiamato anche trivellino) è un piccolo utensile manuale utilizzato in falegnameria, che permette di praticare dei piccoli fori nel legno senza ricorrere all’ausilio di un trapano.
Quello illustrato qui a sinistra è formato da un unico tondino di ferro dal diametro di 5 mm. e per le sue dimensioni è chiamato spenelècchje= trivellino.

 

Esistono quelli con impugnatura di legno a forma di T di diametro maggiore, anche superiore a 25 mm. Un vero e proprio trapano, che si aziona a due mani, a metà giro per volta.

Ammessa la grafia spenagròsse spenelècchje e spinaröle , secondo le dimensioni.

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Spungeché

Spungeché v.t. = Pungere, bucare, incidere

Generalmente il verbo si usa per indicare l’operazione chirurgica fatta in casa per incidere un foruncolo allo scopo di svuotarlo del materiale purulento.

Con le migliorate condizioni igienico-alimentari, la comparsa dei foruncoli è cosa rarissima.

Quando ero bambino io tutti eravamo soggetti a questo doloroso inconveniente. Le nostre mamme usavano l’ago grosso disinfettato alla fiamma per bucare la pelle tesa della tumefazione e favorire la fuoruscita del pus.

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