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Ngastagné

’Ngastagnè v.t.= Smascherare, intoppare

Cogliere in fallo, incastrare, inchiodare qualcuno alle proprie responsabilità, metterlo con le spalle al muro senza dargli possibilità di scampo.

In altre parti d’Italia, con voce gergale ormai diffusa, si usa il verbo “sgamare” per dire che si è scoperta in anticipo una macchinazione ordita alle proprie spalle.

Noi usiamo il sinonimo (clicca –>) ‘ntuppé, = scoprire in flagranza una azione riprovevole.

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Ngatapìrece

Ngatapìrece v.i. = Fissarsi

Concentrare tutta la propria attenzione e le proprie energie in un’azione, e ostinarsi a portarla a termine, a qualunque costo.

Scherzosamente si canzona un innamorato.

C’jì ngatapüte apprjisse a Caremöle, e nen capìsce cchjù njinde = Si è fissato per Carmela e non capisce più niente.

Te sì ‘ngatapüte a juché ai càrte e nen vüte ca te stànne frecànne bùne e megghje = Sei così preso dal gioco delle carte da non accorgerti che ti stanno imbrogliando alla grande.

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Ngazzàrece

Ngazzàrece = v.i. = Incollerirsi

Cedere all’ira, andare in collera, arrabbiarsi, inferocirsi.

Giuànne ce ‘ngàzze pe’ senza njinde = Giovanni si infuria senza alcun motivo.

Giuànne ce ‘ngàzze pe’ nu njinde = Giovanni si irrita per un nonnulla.

Giuànne ce ‘ngàzze sèmbe = Giovanni si adira sempre.

Insomma questo Giovanni è un tipo ‘ngazzüse = collerico

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Ngazzatüre

Ngazzatüre s.f. = Arrabbiatura

L’arrabbiarsi, l’essere arrabbiato. l’eccesso di collera, l’attacco d’ira.

Vàtte cùleche acchessì te passe ‘a ‘ngazzatüre = Va a coricarti, così cessa l’arrabbiatura

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Ngazzüse

Ngazzüse agg. = Collerico

Che va facilmente in collera, irascibile, irritabile.

Riferito a persona intrattabile, che per un nonnulla si inquieta e si indigna.

Alla larga.

Màste Pèppe jì ‘ngazzüse: nen ‘u pùte düce che bell’ùcchje ca tjine mbàcce! = Mastro Peppe è collerico: non gli puoi dire nemmeno: che begli occhi che hai in faccia (perché si inaltera facilmente).

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Ngecalènze

Ngecalènze s.f. = Concentrazione.

Capacità di fissare l’attenzione su un solo dato. Capacità di concentrarsi nel lavoro, nello studio.

A causa della ngecalènze, talvolta il mondo circostante sembra svanito. Non si riconoscono nemmeno i volti familiari.

Si è come ciechi (da cui deriva il termine che potebbe significare cecità) che non si “vede” nessuno.

Tande ‘a ngecalènze ca ne me dé avedènze = È così intensa la sua concentrazione che non mi dà retta.

Chi è concentrato dicesi che sta accenechéte o ngenechéte.

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Ngegné

Ngegné  o ngigné v.t. = Inaugurare

Celebrare l’inizio di un’attività; in senso fig., fam., usare qlco. per la prima volta: Che bèlli scarpe! Mo’ l’ha ‘ngegnéte? = Che belle scarpe, ora le calzi per la prima volta?

Tènghe ‘na giacchètte senza ‘ngegnéte pe njinde, ca nen me piéce = Ho una giacca mai indossata perché non mi piace.

Ammessa anche la pronuncia ‘ngigné, più rara, derivante dall’imperativo: ‘ngìgnatìlle quedda giacchètte = deciditi ad indossare quella giacca (nuova).

In altra forma esiste anche il verbo riflessivo ‘ngegnàrece = indossare per la prima volta scarpe, guanti, cappelli, abiti per l’abbigliamento personale.

L’illustre studioso tedesco Gerhard Rohlfs, nella sua “Historische Grammatik der italienischen Sprache und ihrer Mundarten” ipotizza l’origine latina del verbo, evidenziando encæniare   (leggi enceniare)

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Ngeleppé

Ngeleppé v.t. = Glassare

Completare la preparazione di certe ciambelline dolci con giulebbe di albume e zucchero.

Si spennellano i taralli con questo sciroppo denso e si mandano in forno.

Con il calore l’albume si rapprende e il dolce al termine della cottura si presenta coperto da una bianca glassa croccante.

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Ngenagghje

Ngenagghje s.m. = inguine

Etimologicamente deriva dal latino inguinalem.

Parte anteriore del corpo, corrispondente alla giunzione tra il tronco e gli arti inferiori.

Jògge tènghe ‘nu delöre jind’i ‘ngenagghje = Oggi ho un dolore (bilaterale) negli inguini.

Per estensione talvolta si usa ‘ngenagghje per indicare articolazioni, giunture degli arti in genere.

In Sicilia l’inguine viene chiamato incinaglia. In Campania ‘Ngenaglia, in Calabria ‘Ngunagghja, nel Salento ‘Ncinaja.


Esiste anche un sinonimo, decisamente più antico «ìgghje», ormai desueto, per indicare proprio le attaccature anteriori delle gambe al tronco. ossia la piegatura della coscia al basso ventre.

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Ngenechéte

Ngenechéte agg. = Intento, penetrante, concentrato, pensoso

Dicesi di qcn., che è profondamente teso, concentrato con i sensi o con l’intelletto verso qcs e non può e nen vuole dar retta a nessuno.

C’è anche la versione accenechéte suggeritami da un attento lettore che si firma Muzio Scevola.

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