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Ndröje

Ndröje n.p. = Andrea

Il nome greco originario Andréas rappresenta la forma abbreviata di nomi greci composti con anér-andròs, che significa “uomo, individuo di sesso maschile, guerriero”, oppure un derivato di andréia “forza, coraggio virile”.

L’onomastico ricorre il 30 novembre in ricordo di Andrea pescatore, fratello di Pietro, fra i primi discepoli di Gesù.

Esiste in dialetto anche il diminutivo Ndrejüne = Andreino, un po’ articolato nella pronuncia, ma usato fino a pochi decenni fa, Ora il bimbo è chiamato Andrea, tel-quelcome l’italiano.

Con questo nome mi viene a mente subito il famoso Ndröje ‘u nolègge. Costui aveva un’officina per la riparazione e il noleggio delle biciclette in Corso Roma.

Noi ragazzini, che non possedevamo la bicicletta, per fare delle passeggiate prendevamo tre o quattro biciclette a noleggio (ricordo a 20 lire all’ora…), attenti a non sgarrare l’ora del rientro.

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Ndröte 

Ndröte avv. = Indietro

1) Ndröte avv. = La posizione o la direzione che è alle spalle della persona che parla o da un determinato punto di riferimento.
Tùrne ‘ndröte! = Torna indietro!
Nen guardànne mé ‘ndröte = Non guardare mai dietro (procedi spedito)

2) Ndröte avv. fig. = in ritardo rispetto al previsto.

Stéche ‘ndröte p’a fatüje e nen pòzze lassé = Sto indietro con il lavoro e non posso distogliermi..
‘Su càzze de llòrge ve sèmbe ‘ndröte = Questo accidente di orologio va sempre indietro.
Stanòtte amma mètte ‘u llòrge ‘n’öre ‘ndröte = Questa notte (poiché torna in vigore l’ora solare) bisogna spostare le lancette indietro di un’ora.

3) Ndröte avv. = Nelle locuzioni verbali: domandare, chiedere, volere indietro, chieder in restituzione, restituire. Portare indietro, dare indietro, mandare indietro, ecc.

‘Sti pemedöre nen so’ bùne: purtacìlle ‘ndrote = Questi pomodori non sono buoni, portaglieli indietro.
Quann’jì ca me dé ‘ndröte ‘a bececlètte? = Quando mi rendi la bicicletta?
M’ho déte ‘ndröte ‘a capàrre = Mi ha restituito la cauzione.

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Ndrüje

Ndrüje s.m. = intoppo, intralcio, ostacolo

Usato anche come aggettivo sostantivato per indicare una persona che non dà nessun aiuto, anzi è d’intralcio  
Lìvete da nanze, ca sì proprje ‘nu ndrüje!

Sinonimi:
Per esempio: Jöve de fòlle e truàtte a ‘nu ‘ndùppe pe nnanze = Andavo di fretta e trovai un imprevisto (persona indesiderata, o una inattesa deviazione) davanti

Sinonimo ‘nduppe, nel senso proprio di intoppo causato da una persona

Un ostacolo provocato da oggetto o circostanza viene detto ndrùppeche.

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Ndrùppeche

Ndrùppeche s.m. = intoppo, ostacolo, impedimento

È accettata anche la versione “breve” ndùppe. al posto dl più diffuso ndrùppeche.

Contrarietà che frappone ad un progetto, complicazione.

Se nen ce stànne ndùppe, ce vedüme stasöre = Se non sorgono complicazioni, dovremmo vederci questa sera.

Stöve venènne drìtte qua. Agghje avüte ‘nu ‘ndrùppeche e àgghje fatte tarde. = Stavo venendo diritto qui. Ho avuto un intralcio e ho fatto tardi.

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Ndruppeché

 ‘Ndruppechév.i.= Incespicare

Inciampare, incespicare mentre si cammina spediti, urtando un’asperità del terreno.

A volte si cade, a volte si resta indolenziti alla punta del piede per la involontaria pedata  all’ostacolo non visto.

Fisicamente: ostacolo non ben visibile sul proprio percorso, sia per i pedoni, che vi inciampano, sia per i ciclisti, che rischiano una caduta.

sin. Pigghjé ‘na sponda-pöte = Prendere uno spuntone (asperità che spunta del terreno) con il piede (con la scarpa) mentre si cammina, col rischio di caduta.

Figuratamente: incontrare intralcio, intoppo, difficoltà.

Probabile derivazione dallo spagnolo tropezòn = inciampare o dal francese antico  entop = inciampare, urtare (notizie attinte dal web)

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Ndruvelé

Ndruvelé v.t. = Intorbidare o intorbidire

Rendere torbido un liquido.

Ndruvelé l’acque = Intorbidare le acque, anche in senso figurato per signifare: causare confusione, insinuare dubbi.

Sté ndruveléte o anche sté tróvele = È inquieto, imbronciato, irrequieto. Come per dire non è sereno e tranquillo.

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Ndufé

Ndufé v.t. = Ammassare, costipare

Deriva da tüfe = tufo, come se si dicesse “intufato” [ovviamente non contemplato da nessun vocabolario della lingua italiana], nel senso diventare duro e compatto come il tufo.

Ndufé: compattare un terreno; schiacciare terriccio o pietre, ma specialmente la tufina (= frasciüne, polvere di tufo) in modo che diventi una massa dura e uniformemente pressata. Insomma il famoso Macadam ottenuto con il rullo compressore (Wikipedia: Il Macadam è un tipo di pavimentazione stradale costituita da pietrisco e materiale collante compresso).

Nella forma riflessiva ‘ndufàrece significa: diventare stitico. Infatti colui che mangia e non si libera adeguatamente, si sente l’intestino gonfio come se si fossero ammassati tutti i detriti che non trovano una via d’uscita.

Si usa ‘ndufé e ‘ndufàrece anche nel senso di impietrire e rimanere di sasso, rumanì ndumméte, ndummàrece.

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Nduletté

Nduletté v.t. = Agghindare

Deriva da tolètte. Quindi significa agghindare, vestire qlcu in maniera ricercata, elegante.

Nella forma riflessiva ndulettàrece= agghindarsi, corrisponde alla locuzione fé tolètte.

Uhé Giuà, à fàtte tolètte stasöre! Assemìgghje a ‘nu gagarjille = Ehi, Giovanni, ti sei messo in ghingheri stasera! Sembri un damerino.

Quando qlcn indossava l’abito della domenica (giacca e camicia bianca e cravatta obbligatori) veniva notato immediatamente, sia dagli amici, sia dalle donzelle. In effetti l’abito di tutti i giorni indossato dopo aver smesso quello da lavoro era molto più modesto.

Ora i ragazzi vanno vestiti sempre uguali: jeans e maglietta, o felpa, o giubbotto nero., di festa e nei giorni feriali.

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Ndumacàrece

Ndumacàrece v.i. = intasarsi, ingorgarsi

Quando si trangugia per voracità un boccone troppo grosso, o anche un gran sorso di bevanda  si avverte una sgradevole sensazione di gonfiore in mezzo all’esofago causato dal bolo che non va giù, né tende a risalire.

Non so se esiste un corrispondente in lingua. Noi diciamo che il soggetto c’jì ndumachéte = si è intasato.

Una sensazione spiacevole che si cerca di sbloccare al più presto, magari bevendo acqua fresca. Qualcuno si dà addirittura dei pugni in petto….

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Ndumaché

Ndumaché v.t. = Causare un malessere fisico o emotivo.

Nel primo caso il verbo descrive un banale malessere passeggero: quello causato da un boccone forse perché troppo grosso o inghiottito in fretta, o non masticato abbastanza, o troppo asciutto, che non va giù se non dopo un’abbondante bevuta di acqua.

Nel secondo caso invece uno stato di sbigottimento, come i sinonimi ndummé e attassé

Vedere anche l’aggettivo ‘ndumméte

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