Usata generalmente al plurale, ‘i nnèstre alla lettera significa gli innesti.
In effetti si tratta di innestare, di inoculare nell’organismo umano la linfa di pustole del vaiolo bovino per la profilassi del vaiolo. Ricorderete che fu l’inglese Edward Jenner agli inizi dell’800 a divulgare questa pratica.
Successivamente furono perfezionati e somministrati dei vaccini per conferire a una persona o a un animale uno stato di immunità attiva nei confronti di determinati microrganismi o virus.
‘Nnèstre vengono chiamate anche quelle incisioni cicatrizzate sul braccio delle persone sottoposte al trattamento. Fortunatamente questi inestetismi non si vedono nelle generazioni attuali, perché le tecniche sono mutate, e basta una puntura per inoculare il vaccino, senza eseguire alcuna incisione col bisturi “infetto” allo scopo di creare anticorpi e immunità.
Nnüh!inter. = Ecco quà, come avevo previsto, prendi questo, che vi dicevo?, ecc.
Si pronuncia con la vocale prolungataNnüh!, che evidenzia il rafforzativo iniziale del monosillabo.
È una tipica esclamazione nostrana, brevissima e pronunciata con inflessione di sfida, in tutta risposta a proposte irrealizzabili. Si pronuncia anche mostrando qualcosa, qualche scena, qualche risposta inattesa quantunque prevedibile.
L’interiezione Nnüh è un po’ dauna. A Foggia dicono : Ané. Nel barese dicono Nah. Noi pronunciamo una doppia NN. Se volessi stravolgere ogni regola metterei ortografica anche tre consonanti!
Assume una connotazione volgare se accompagnata da un gesto inqualificabile. Immaginate il “tié!” romanesco pronunciato mentre si fa il gesto dell’ombrello…
Non sapete che cos’è il gesto dell’ombrello? Lo dico per i puri di cuore che non sanno molte cose della vita: il gesto indica sbrigativamente il posto esatto dell’avambraccio dove il nonno appendeva l’ombrello chiuso quando usciva e temeva di incontrare la pioggia. Si batte con il palmo di una mano la parte interna dell’altro braccio, mentre l’avambraccio si solleva col pugno chiuso. Il sollevamento dell’avambraccio vuole mimare l’atto di trattenere l’immaginario ombrello del nonno per evitarne lo scivolamento e la caduta. Ecco, spero di non aver offeso la vostra sensibilità.
– Che bell’ullòrge! Ma fé ‘ccànge? – Nnüh! (ombrello) = – Che bell’orologio che hai! Vuoi scambiarlo con il mio? – Ma cosa ti viene in mente?
Nnüh, guardéte ch’jì ca ce appresènde mò! = Accidenti, osservate chi, a sorpresa, sta facendo il suo ingresso nella nostra comitiva proprio adesso che non lo aspettavamo più ed avevamo fatto altri progetti senza do lui!
L’ho già ripetuto altre volte che il nostro dialetto ha una capacità di sintesi davvero mirabile. Basta un monosillabo per espremere un concetto di senso compiuto e ben articolato.
E’ padre o la madre di uno dei genitori, considerato rispetto ai loro figli.
Al maschile si pronuncia con la “o” stretta ‘u nónne, mentre al femminile si pronuncia con la “o” aperta. ‘a nònne.
Come vocativo si una dire nennó= il nonno, al maschile e nanò = la nonna, al femminile.
Nennó, quand’ànne tjine? = Nonnino, quanti hai hai?
Nanò, ho dìtte màmme: jògge vjine a mangé a chése = Nonnina, ha detto mamma: oggi vieni a mangiare a casa (nostra).
Nennó e nanò(= la nònne) si usano familiarmente col significato di persona anziana, spec. come vocativo affettuoso.
Per indicare uno dei propri nonni si dice nonneme. La “o” suna acuta per il maschile e grave per il femminile. Nónneme e nònneme =mio nonno e mia nonna.
Per indicare quelli di chi ascolta si dice nonnete, anche qui la pronuncia della “o” indica se si tratta del nonno o della nonna. Nónnete e nònnete = tuo nonno e tua nonna.
‘Ntuppév.t. = Cogliere in flagrante, scoprire l’autore di un’azione biasimevole
In italiano, l’insuperabile Treccani definisce “intoppare” l’imbattersi inaspettatamente in qualcuno o in qualche cosa. In dialetto la voce simile ‘ntuppé ha un significato analogo, ma è più completo: quel “qualcuno” con cui ci si imbatte sta sicuramente compiendo un’azione riprovevole. Ad esempio sta rubando, sta compiendo un sabotaggio, un vandalismo, sta molestando una ragazza, sta inquinando l’ambiente, ecc.
I carabbenjire hanne ‘ntuppéte a jüne ca stöve arrubbane ‘i röte de ‘na ‘tomòbbele. = I carabinieri hanno colto in flagrante uno che stava rubando le ruote di un’automobile.
Hanne ‘ntuppéte a ‘nu giuvenòtte senza bigliètte = Hanno scoperto un ragazzo senza biglietto. Questa è la stringata traduzione letterale. In corretto italiano va così intesa: Hanno scoperto un ragazzo che si era intrufolato nel cinema (o nello stadio, sul treno, in bus, ecc.) senza aver pagato il relativo biglietto d’ingresso.
Pieno di superbia, intrattabile, da lasciar perdere.
Alla lettera significa: che è pieno di nodi.
Immaginate i pescatori che calano una cima a mare. Se la corda non ha nodi, scorre bene tra le loro mani. Se invece è piena di nodi, si blocca ad ogni annodatura.
Così è il soggetto nudecüse, non gli va bene nulla e ogni minima parola blocca il discorso.