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Nghjavechéte

Nghjavechéte agg. = inzaccherato, sporcato.

Dicesi specialmente di persone, oggetti, o indumenti imbrattati.

Possono risultare ‘nghjavechéte dopo l’uso, tute, camici o grembiuli usati nella normale attività lavorativa manuale, come quella di fabbri, tintori, muratori, meccanici, macellai, fuochisti, calafati, spazzacamini, imbianchini, calderai, e chi ne ha più ne metta.

L’aggettivo deriva dal verbo ‘nghjaveché = sporcare, insozzare, imbrattare a sua volta scaturito dal sostantivo (clicca->) chjàveche = fogna, cloaca.


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Nghjemé

Nghjemé v.t. = Imbastire

Fare una cucitura provvisoria con punti larghi (‘i nghjüme) dati a mano dai sarti per tenere insieme due stoffe che successivamente dovranno essere cucite definitivamente a macchina.

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Nghjemmüse

Nghjemmse agg. = Compatto.

Aggettivo relativo specificamente ad un prodotto da forno che non ha lievitato a sufficienza.

Deriva da chjómme= piombo. Quindi: pesante e compatto come un piombo

Per esempio un pane nghjemmüse praticamente non ha i buchi che gli conferiscono leggerezza. Il lievito ha fatto cilecca…

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Nghjetré

Nghjetré v.t. = Gelare, ghiacciare, intirizzirsi

Si può gelare un cibo ponendolo nel freezer, o si può gelare, riferito a persone, restando all’aperto, a causa degli agenti atmosferici.

Di conseguenza “me so’ nghjetréte” equivale a “mi sono gelato, mi sono ghiacciato, ni sono intirizzito” a causa delle basse temperature degli agenti atmosferici.

Ho vissuto molti anni a Potenza, dove il freddo non è raro come a Manfredonia. Mi è rimasta nelle orecchie l’imprecazione del conducente de un bus, che non riusciva a manovrare bene il veicolo in mezzo al traffico urbano: “sta’tutt’acchjatràte!” = è tutto gelato!

Pure là si riferiscono al ghiaccio meteorologico. Nonostante la pronuncia di “acchjatràte” è un po’ diversa da ” ‘nghjetréte” si capisce che l’etimologia è la stessa, cioè “chjìtre” = ghiaccio.

Qualche lettore mi ha suggerito un significato diverso, ossia‘nghjtré = impietrire, diventare di pietra, indurirsi. Ma io – pur volendo ammettere che il verbo vuol descrivere qualcosa che diventa duro – ritengo che esso si riferisca solo al duro e freddissimo ghiaccio.

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Nghjüde

’Nghiüde v.t. = Rinchiudere,
Deriuva dal latino in+cluder.
Specificamente, ricoverare in manicomio; mettere in collegio o in convento.

Accettabile, anche se più rara, la versione ‘nchjüdì

Puverèlle, l’anne ‘nchjüse pecchè nun putöve sté cchjó alla chése = Poverina l’hanno rinchiusa (in manicomio) perché non poteva rimanere più in casa (violenta per schizofrenia).

Da uagnöne so stéte trìste assé, e m’anne ‘nghjüse jìnd’u collègge. = Da ragazzino sono stato troppo irrequieto e mi hanno messo in collegio.

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Nghjüme

‘Nghjüme s.m. = Punto di imbastitura

Punti larghi dati a mano dai sarti per tenere insieme due stoffe che successivamente dovranno essere cucite definitivamente a macchina.

Si usa un filo di cotone “da inghjemé” = da imbastire

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Nghjummatüre

Nghjummatüre s.f. = impiombatura, incordatura

Nel linguaggio marinaresco ‘nghjummatüre indica un metodo per unire le estremità libere di due cavi, (o meglio due cime come dicono i movers e marinai).

Si effettua intrecciando alternativamente tra loro i legnoli, cioè le filacce o i trefoli ritorti dei terminali di entrambi le cime.

Ho reperito in rete una illustrazione del sec. XIX (di pubblico dominio) con vari esempi di impiombatura.

Nota linguistica:
nel nostro dialetto il digramma pi seguito da vocale spesso diventa chja, chjö, chjó, chjü.
Piove = chjöve
Piombo = chjómme
Piazza = chjazze
Pieno/a = chjüne/chjöne
Pialla = chjanuzze
Piaga = chjéje
Piega = chjöche

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Ngìcche

Ngìcche n.p. = Cecco

Diminutivo di Francesco, che deriva dall’etnico latino, tardo e medievale, Franciscus. Il nome indicò prima l’appartenenza al popolo germanico dei Franchi, poi a quello dei Francesi.

Dal Trecento si è trasformato in nome proprio prevalentemente religioso.

L’onomastico è festeggiato il 4 ottobre in memoria di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.

I diminutivi manfredoniano di Francesco e Francesca:

Ngìcche = Cecco, Checco, Cesco
Ngècche = Cecca, Cesca
Ciccìlle = Ciccio
Ceccìllózze = Franceschino
Franghe = Franco
Franga = Franca

Se è unito ad un altro nome, si contrae in Frìsche (Frìsche-Pàvele, o Frìsche-Pàule = Francesco-Paolo)

Esiste anche quasi tel-quelFrangìsche e Frangèsche

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Ngiucciéte

Ngiucciéte agg. = Avvinazzato

Che è ubriaco, molto ubriaco, rintronato, ottenebrato dall’alcol.

Ha somiglianza col termine lombardo-veneto “ciucco” = ubriaco: come se fosse ‘inciuccato’, diventato ciucco.

Povere a jìsse accüme sté ‘ngiucciéte = Povero lui, com’è sbronzo.

Penso anche che possa derivare da ciucciare (termine familiare: ‘succhiare il biberon’): in questo caso che ha succhiato (sorbito) il vino…

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Ngiuré

Ngiuré v.t. = Canzonare, beffeggiare, fare boccacce

Per quanto simile, ‘ngiuré non corrisponde all’italiano “ingiuriare”, insolentire, oltraggiare, insultare, offendere

In modo molto meno grave, da noi significa:  fare versacci o boccacce o imitare la parlata o la camminata di qualcuno per canzonarlo.

Roba da bambini.

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