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Mbruìgne

Mbruìgne s.m. = Brufolo

Infiammazione acuta della pelle caratterizzata da arrossamento, tumefazione e pus.

‘Mbruìgne salvàgge = Foruncolosi.

Affezione cutanea caratterizzata dalla comparsa simultanea di dolorosissimi foruncoli multipli.

Se i mbruìgne salvagge si insediano sotto le ascelle, si chiamano rezzetjille = ricci piccoli, forse perché particolarmente dolorosi e pungenti come ricci.

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Mbruscenàrece

Mbruscenàrece v.intr. = Rigirarsi, rivoltarsi, rotolarsi

Voltarsi ripetutamente, specie di equini, che talvolta di coricano sul terreno e si voltano e si rivoltano, come per grattarsi contro il suolo.
Lo stesso fanno anche i suini dentro il fango, pare per ripulirsi, e i cani per delimitare il proprio “territorio” con il loro odore dopo aver esaurito la pipì.

Viene detto come un rimprovero dalle mamme che vedono i loro figli che, giocando, si stendono e si muovono sul pavimento o che fanno la lotta avvinghiati.

Javezàteve: sèmbre mbruscenéte pe ‘ndèrre! = Alzatevi! State sempre a rivoltarvi per terra.

Questo verbo è usato anche in tutta la Daunia e addirittura nella Campania.

Esiste il sinonimo mutresciàrece. Ma è più antico e quasi decisamente in disuso.

Raramente si usa nella forma transitiva, mbruscené., ma solo come iperbole o in maniera figurata.

Raramente si usa nella forma transitiva, mbruscené., ma solo come iperbole o in maniera figurata.

L’agghja mené ‘nu škafföne e l’agghia ‘mbruscené per ‘ntèrre = Gli devo assestare uno schiaffone e lo devo far rotolare per terra (esagerato!)

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Mbrusé

Mbrusé v.t. = Raggirare

Imbrogliare, turlupinare, ingannare, carpendo l’ingenuità e la buona fede.

Succede di essere ‘mbruséte da qualche lestofante che fa vedere l’affare. L’affare per essere affare, deve essere conveniente per le due controparti. Invece ‘u ‘mbrusatöre = l’imbroglione, l’affare lo fa solo lui.

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Mbrutelé

Mbrutelé v.t. = Sporcare, infangare.

Insudiciare anche inavvertitamente qlcu o qlco.

il cuoco spesso si sporca di sugo o di grassi. Ce ‘mbrutelöje,si insudicia.

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Mbruzzené

Mbruzzené v.t. = Imbacuccare

Coprire bene con indumenti caldi e pesanti, anche senza badare all’eleganza.

Alla lettera significa vestire, infilare, mettere addosso a qlcn un bruzzöne.

Nen avènne pavüre d’u frìdde, mbruzzenìjele ‘u crjatüre e pùrtele före = Non temere il freddo, imbacucca per bene il bimbo e portalo all’aperto.

Nella forma riflessiva dicesi ‘mbuzzenàrece = imbacuccarsi.

Pe ‘stu sòrte de frìdde ch’ò fàtte, me so’ mbruzzenéte belle belle e so jüte ‘u stèsse ‘ngambàgne = Nonostante questo gran freddo che c’è stato, mi sono imbacuccato ben bene e sono andato ugualmente in campagna.

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Mbué

Mbué v.t. = Minacciare

Intimorire, terrorizzare, far rimanere di sasso.

Sacce cum’jì, ma Pàdre Püje me mbuöje a me = Non so com’è, la figura di Padre Pio di impietrisce (mi blocca, mi fa rimanere pensieroso, mi incute timore e rispetto).

So’ ssüte per rembruveràrle e quiddi delinguènde m’hanne mbuéte = Sono uscito per rimproverarli, ma quei delinquenti mi hanno intimorito.

Il termine è un po’ desueto. È usato ancora, ma solo dalle persone anziane.

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Mbulenatüre

Mbulenatüre s.m.. s-f- = Infarinatore, impanatore; infarinatura.

1) ‘u mbulenatüre (al maschile). = infarinatoio.

È un arnese usato dalla brave massaie per infarinare gli alimenti prima della friggitura.

Generalmente di alluminio o di acciaio inox, è composto da due pezzi sovrapposti: quello inferiore è il contenitore della farina (o anche del pane grattugiato) in cui si pongono i cibi crudi e si rivoltano in essa per farla aderire; quello superiore, bucherellato, consente all’impanatura o all’infarinatura in eccesso di cadere nel contenitore inferiore mediante scuotimento, una volta che vi sono stati trasferiti gli alimenti.

Questo sostantivo deriva dl verbo mbulené = infarinare.

2) ‘a mbulenatüre (al femminile) = infarinatura.

L’operazione di infarinare e togliere l’eccesso di farina chiamasi, ma al femminile, ‘a mbulenature= l’infarinatura.

Io ricordo che mia madre usava una specie di canestro rotondo fatto di giunchi intrecciati a maglia larga, con i bordi bassi, che svolgeva egregiamente il suo ruolo di mbulenatüre.

Linguisticamnte sarebbe un bisticcio: Ce völe ‘u mbulenatüre per fé ‘a mbulenatüre = Ci vuole l’infarinatore per fare l’infarinatura.

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Mbulené

Mbulené v.t. = Infarinare

È un’operazione che le brave massaie conoscono alla perfezione: cospargere di farina qli alimenti prima della frittura in modo da renderli dorati e croccanti.

Fin qui la definizione per il resto d’Italia, che usano infarinare le cotolette e altrii cibi. A Manfredonia, fortunatamente, il verbo è molto selettivo perché mbulené si riferisce solo all’infarinatura dei prodotti di mare da friggere: justenèlle, sìcce, maccarüne,alüce, alózze, paléje, lardechelle, ecc. = trigliette, seppie, ghiozzi, alici, merluzzetti, sogliole, attinie, ecc.

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Mbupazzàrece

Mbupazzàrece v.rifl. = imbellettarsi, truccarsi

Ovviamente è un’operazione tipicamente femminile. Usare qls cosmetico, anche in maniera vistosa

Il p.p. è ovviamente aggettivato: mbupazzéte = truccata.

Addjì ca te ne vé tuta mbupazzete? = Dov’è che te nei vai tuta imbellettata?

Cjì mbupazzéte bella belle e ce n’ì jüte a ballé = Si è truccata ben bene e se n’è andata a ballare.

L’etimo, secondo me, deriva da püpe = pupa, bambola. Quindi il verbo significa alla lettera “rendersi bella come una bambolina”. Ovviamente questa è una opinione, e, in quanto tale, sempre opinabile.

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