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Mbaré

Mbaré v.t. = insegnare; apprendere

Il dialetto non fa distinzione tra i due verbi e usa sembre “imparare” anche per “insegnare”.

Questo stato di ambiguità si denota subito in quelli che non parlano bene l’italiano.

1) Insegnare un mestiere, l’educazione, a guidare. Io insegno a te.
2) Imparare un mestiere, ecc.. Io imparo da te. Io apprendo dalla vita.

In dialetto esiste comunque anche il verbo ‘nzegné = insegnare.

Mbaràteve ‘nu mestjire! = Imparate un mestiere!

Tó mò, te ne vjine friške friške e me vù ‘mbaré a mè accüme ce zàppe! = Tu adesso te ne vieni fresco fresco e vuoi insegnare a me come si zappa!

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Mbassande

Mbassande s.f. = Tutte le fasce.

Il termine collettivo indica l’insieme di tutto l’occorrente per fasciare il neonato:
Fassatüre, culöre, fasse, pungèlle e cacciamanjille.

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Mbassé

Mbassé v.t. = Fasciare

Fasciare sia nel senso di fasciare i neonati almeno fino ai 6 mesi, allorquando si (clicca→)  “cacciavano i piedi”. 
Fortunatamente questa costrizione ora non si usa più.

Per questa operazione si usavano:
– ‘a culöre, specie di pannolino filtrante;
‘u fassatüre, un panno di cotone assorbente (in seguito sostituiti dai “ciripà” filtranti):
‘a fasse, una larga benda di cotone grosso  che avvolgeva il bebé, con tutto il pannolino, dalle ascelle in giù. Tra le spire della fascia si inseriva la (clicca→) pungèlle.

Tutto questo armamentario era definito ‘a ‘mbassande.
I primi due elementi, dopo il passaggio in lavatrice, erano riutilizzabili a lungo.

‘Mbassé aveva il suo contrario:  sfassé = sfasciare (nel senso di togliere le fasce, non di rompere!)

Nella Daunia esiste un Detto: ‘Mbàssele brutte e sfàssele bèlle. cioè, non badare alle fattezze del neonato, perché con la crescita, in pochi giorni, come tutti i bambini, cambierà rapidamente i tratti del viso e diventerà bellissimo.

‘Mbassé e sfassé può significare anche bendare e sbendare una ferita.

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Mbasturé

Mbasturé v.t. = Impastoiare

Tecnicamente significa mettere la pastoia a cavalli, buoi e agli animali da pascolo in genere per evitare che si allontanino troppo dall’area loro assegnata.

Grazie a Sator per il simpatico suggerimento!

Invito gli altri lettori a scrivermi direttamente per propormi vocaboli nuovi (dopo aver consultato il sito per vedere se per caso è già stato pubblicato): tonino1939@libero.it

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Mbavedé

Mbavedé v.t. = Intimorire, terrorizzare

Va bene anche mbavedì. Si usava fino agli anni ’60. Lo adoperano ora solo le persone anziane, da cui l’ho appena appreso.

Ha un’origine, se vogliamo, abbastanza dotta, derivando da “pavido” = timoroso, pieno di paure..

Come per dire rendere pavido, timoroso, pauroso, ovviamente con minacce o soprusi.

Al participio passato fa ‘mbavedüte = terrorizzato, impaurito. Ha valore anche di aggettivo.

Con linguaggio burlesco si dice ‘ngacazzéje

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Mbelezzé

Mbelezzé v.t. = Infilzare

Infilzare, arpionare, conficcare, ecc.

Insomma un’azione che si compie servendosi di un oggetto acuminato, dall’ago al forcone, dal coltello al palo appuntito (come quello usato da Ulisse per accecare Polifemo).

Nota fonetica: il solito nf che diventa mb: è una regola senza eccezioni. (es.classico: Mambredònje = Manfredonia

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Mbelicciatüre

Mbelicciatüre s.f. = Impiallacciatura

Tecnica usata in ebanisteria e in falegnameria con cui un legno di scarso pregio viene rivestito con sottili fogli di legno pregiato. L’incollaggio avveniva usando colla di pesce sciolta a bagno maria. I fogli pressati e fatti sciugare. Successivamente venivano lucidati a mano mediante stracci olio, alcol metilico e…forza di gomito.

I legni di laminato plastico incollati con il bostik sono arrivati negli anni ’60, ma non hanno nulla a che vedere con una bella mbelecciatüre di legno di noce, che regge ancora dopo 50 anni.

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Mbescené

Mbescené v.t. = Fiocinare

Verbo usato in marineria col significato di pescare usando la fiocina. Dovrebbe essere “infiocinare”, ma non so se in italiano si possa usare questa variante di fiocinare.

La fiocina (in dialetto è detto fiòcene) generalmente ha più punte e viene usato dai pescatori subacquei che lo lanciano con un’apposito fucile a molla o ad aria compressa.

Esiste anche quella con il lancio a mano, come in uno dei spettacoli più visti, detta in italiano “fiocina da bastone”, usata sia dai sub, sia da quelli non professionisti che si dedicano alla pesca delle seppie con il coppo e anticamente con la lampada a carburo di acetilene per le battute notturne.

Figuratamente il verbo ‘mbescené può significare centrare il bersaglio, azzeccare una previsione, sgamare un furbetto, ghermire una ragazza (ovviamente non necessariamente con la fiocina…).

Nota linguistica:
Ricordo che il digramma nf nel nostro dialetto antico è quasi sempre trasformato in mb. Ora che i giovani hanno tutti frequentato la scuola dell’obbligo si tende a rendere i termini simili ai corrispondenti in italiano.
Mbronde = in fronte
Mambredònje = Manfredonia
Mbacce = in faccia
Cumbètte, cumbìtte = confetto, confetti
Mbelezzé = infilzare





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Mbettüse

Mbettüse agg. e s.m. = Scontroso

Al femminile fa ‘mbettöse.

Chi (sostantivo) o che (aggettivo) è scorbutico, lunatico, permaloso, superbo.

Insomma un caratteraccio, con la puzza sotto al naso.

Presumo che ‘mbettüse derivi da “petto”, per la sua aria superba e presuntuosa e sprezzante che lo fa impettire

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