Categoria: F

Fiöre-mezzjùrne

Fiöre-mezzjùrne avv. = Mezzogiorno pieno, controra.

Si intende indicare, con questa locuzione, il periodo più caldo delle giornate estive che va da mezzogioro alle ore 15, quando è sconsigliato eseguire alcuna attività.
In questo lasso di tempo ci si dedica al pranzo e alla successiva pennichella.

Che jéte facènne di fiöre-mizzjùrne? Stàteve ai chése vòstre! = Che andate facendo a quest’ora calda e irrespirabile. È meglio che ritorniate nelle vostre case per evitare un’insolazione!

“Controra” è un termine dialettale, passato all’italiano. Indica, ovviamente in estate, il periodo più caldo della giornata. Qualsiasi attività svolta in queste ore è considerata contraria ad ogni buon senso.

Insomma in quelle ore, come nei paesi arabi, non si dovrebbe svolgere alcuna attività, specie all’aperto altrimenti si rischia un’insolazione.

Quando lavoravo in provincia di Taranto, ho potuto constatare che le attività nei campi e in edilizia si svolgevano dalle 4 di mattina alle 12. Poi tutti a casa per la gran calura di quei luoghi…sauditi.

Questa che sto per raccontare è una storia autentica: durante un procedimento civile in Pretura, un testimone oculare, nell’esporre al Giudice i fatti cui aveva assistito, esordì con “Jöve di fiöre-mizzjùrne…..”

Il giovanissimo Avvocato Berardino Tizzani, furbescamente, volle informarsi dal teste che tipo di “fiore” fosse quello! Un fiore rosso, giallo?… Un garofano, una rosa?…

La battuta servì ad allentare la tensione che attanagliava il teste: poi tutto filò liscio.

Filed under: FTagged with:

Fiöre-checòzze

Fiöre-checòzze s.m. = Fiore di zucca

Sono i fiori maschili delle zucchine quando sono ancora in boccio.

Si utilizzano in cucina in varie ricette, ripieni, al pomodoro, ecc.; sono ottimi fritti in pastella.

Al plurale, perché si comprano a mazzetti, diconsi ‘i fiüre-checòzze 

 

Filed under: FTagged with:

Fìgghje 

Fìgghje s.inv. = Figlio

Essere umano considerato rispetto a chi l’ha generato.

In dialetto è invariabile al maschile, al femminile, al singolare e al plurale. Tranne nel caso che il sostantivo sia seguito dall’aggettivo possessivo.

‘A fìgghja möje, töje, söje, nòstre, vòstre = la figlia mia, tua, sua, nostra, vostra, il termine declina in ‘a’ (fìgghja).

La locuzione “di chi sei figlio?” si traduce a chi sì figghje?

Cioè invece di “essere figlio di” in dialetto dicesi jèsse figghje a… = essere figlio a”

Filed under: FTagged with:

Figghjéje

Figghjéje v.t. = Figliare

Questo verbo, specifico di animali, significa: partorire, generare.

‘A cunìgghje ò figghjéte söje cunegghjózze = La coniglia ha figliato sei coniglietti.

Le nostre nonne, come per sgravedé, lo usavano anche per la specie umana.

Alle nostre orecchie pare estremamente riduttivo paragonare la donna a un animale domestico, quantunque il parallelo sia biologicamente e scientificamente corretto.

Filed under: FTagged with:

Ficche-fìcche 

Ficche-fìcche s.m. = Coito, rapporto sessuale

Scusate il termine osé… Fa parte della parlata locale.

Si usa ancora? O non si usa più? Non so!

Ovviamente io mi riferisco alla parte letterale, alla denominazione, non all’atto di fé ficche-ficche = Fare all’amore, accoppiarsi sessualmente, che si continuerà a fare finché ci saranno maschi e femmine a questo mondo.

Il termine è entrato nel linguaggio locale durante l’occupazione Alleata. I giovani soldati americani andavano a caccia di donne durante la libera uscita, e chiedevano indicazioni per raggiungere il bordello, allora funzionante in Via Cave, una traversa di Via Principe Umberto (attuale Via Antiche Mura).

Per farsi capire gli Americani chiedevano quick fuck = scopata veloce.

Figuratevi cosa capivano quelli che allora parlavano solo il dialetto..

Per assonanza capivano fik-fik, che somigliava al verbo ficcare, chiarissimo riferimento all’azione che intendevano compiere quei ragazzi, e li indirizzavano correttamente, facendosi capire a gesti.

Gli adolescenti chiamavano l’atto sessuale, di cui avevano solo una vaga idea: ‘i cöse purcjille = le cose da porcelli.

Ah ah ah, mi fa ridere ancora adesso quella buffa locuzione.

Sinonimi: sciammèrje, frechéte, chiavéte, ‘nzacchéte, strechéte, mbezzéte , ecc.
Nelle cose di sesso fortunatamente la fantasia non ha mai posto limiti.

Filed under: FTagged with:

Fetì

Fetì v.i. = Puzzare

Dal latino foetere = fètere, puzzare.

Emanare puzzo, odore sgradevole.

‘Stu pèsce accummènze a fetì = Quasto pesce comincia a puzzare.

Filed under: FTagged with:

Fetènde

Fetènde agg. = Fetente, fetido, puzzolente

Che emana fetore, perché marcio, in avanzato stato di decomposizione, guasto.

Fig.: che è meschino, ignobile, abietto, cinico, impietoso, vendicativo, sordido, ecc. ecc.

Mi fermo, per oggi: jì ‘nu fetènde! = È un farabutto!

L’aggettivo deriva dal latino fœtèntem, p.p. del verbo fœtère= dial. fetì = puzzare.

Viene usato anche in senso amichevole, come un velato rimprovero:
‘Stu fetènde ne ce fé méje vedì = Quasto simpaticone non si fa mai vedere.

Al plurale suona fetjinde

Filed under: FTagged with:

Festüne

Festüne s.m. = Festino

Una volta, diciamo fino agli anni ’50, indicava il trattenimento danzante di tono familiare e informale che seguiva la cerimonia delle nozze o del battesimo.

Per lo più si svolgeva in casa – opportunamente sgombrata da letto comodini e tavoli – ed era a base di pizzarèlle, dolcetti secchi, scaldatelli e rosolio fatti in casa, e talvolta allietato da un’orchestrina di cinque elementi: sax o clarinetto, chitarra, fisarmonica, batteria e contrabbasso.

Poi si è cominciato a usare i locali come il Ristorante Pastore, l’Albergo Daniele (scomparsi) e il Ristorante la Conghiglia (inaugurato nel 1962 credo). Allora i dolci si ordinavano in pasticceria (generalmente Aulisa o Castriotta) che fornivano anche i camerieri in giacca bianca, guanti e papillon.

Oggidì il festino di nozze si chiama rinfresco: 200 invitati, pranzo pantagruelico in locali di lusso, animatori, dj, torta nuziale, fotografi, cineoperatori, fuochi artificiali finali e separazione programmata a orologeria entro 24 mesi.

Filed under: FTagged with:

Fessjé

Fessjé v.t. = Burlare

Prendere in giro qualcuno,  canzonare.

Altro modo: Pegghjé pe’ fèsse = Prendere per fesso, raggirare.

Filed under: FTagged with: