Stàgghje s.m. = Cottimo; Scorciatoia;
1) Nella locuzione “a stàgghje” = a cottimo. Deriva dal latino estalium Cottimo, lavoro a corpo e non a misura.
“Uagnü, jògge amma fé a stàgghje! = Oggi facciamo a cottimo. Cioè, oggi c’è questo lavoro da terminare: quanto più presto lo ultimiamo, più presto saremo liberi.
2) Nella locuzione “pe’ stàgghje” = scorciatoia “Mò ce menéme pe’ stàgghje….” = ora ci lanciamo per la scorciatoia.
Esiste il verbo transitivo “stagghjé” v.t. = Far perdere il taglio ad un attrezzo tagliente usandolo impropriamente.
Era una consuetudine tra i terrazzani ricorrere “a u’ stagghjie” quando si trovavano “a’ pitte de fatjìe””. I terrazzani erano quei lavoratori che, a forza di badilate di terra, lavoravano a bonificare le paludi o ad arginare canali e/o torrenti. Il termine “a pìtte de fatjie” non è una locuzione astratta, perché spesso lavoravano immersi nel fango e nell’acqua che arrivava appunto al torace, per cui si abbreviava il tempo di lavoro nell’umido. Per estensione, il termine era usato anche da altre categorie per indicare la presenza di molto lavoro da fare ancora.