Smòrza-tegnüse

Smórza-tegnüse s.m. = Tuffetto, svasso

Accettabile anche la pronuncia smozza-tegnüse.

Sono uccelli acquatici (Tachybaptus ruficollis) piuttosto diffusi.
Da bambini li vedevamo a gruppi nelle calette della scogliera di Siponto o all’interno del bacino del Mandracchio, sotto il Faro di Manfredonia.
Fanciullescamente le chiamavamo “paparèlle”.

Abilissimi a tuffarsi per ghermire piccoli pesci di cui si nutrono in prevalenza. Sono più propensi al nuoto che al volo.
Vivono in acque lacustre e salmastre. Le specie nostrane evidentemente si sono acclimatate all’acqua marina, o almeno a quelle nei pressi delle numerose sorgenti litorali.

Le mie ricerche mi hanno portato a definire il nome italiano e regionale.
Credo che scientificamente si identifichino nel genere Tachybaptus o Pòdiceps, forse nella specie Podiceps nigricollis (dal collo nero) oppure in quella Tachybaptus ruficollis (dal collo rossastro) credo dal colore del piumaggio del loro collare.

Il curioso nome (in napoletano detto Sommuzzarièllo) deriva dal suo modo di tuffarsi nell’acqua e del suo rimanere in apnea.

Nel nostro dialetto Smórza-tegnüse deriva da smurzé o smuzzé = sommozzare e tegnüse = piccolo pesce che vive in acque poco profonde.

Ringrazio vivamente Bruno Mondelli per il suo suggerimento.

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