Bommüne s.m. = Bambino
Va bene anche la grafia omofona Bommïne
Usata soltanto, per antonomasia, per indicare il Bambino Gesù nel presepio. San Gesèppe, la Madonne e ‘u Bommüne.
Una storpiatura linguistica come se si volesse rendere in dialetto una parola italiana. Difatti il bambino, inteso come neonato, è detto:
‘u/’a criatüre (m e f.) = la creature
‘u/’a uagnöne = il o la bambina
‘u peccenìnne = il piccolino
‘a peccenènne = la piccolina
Stanotte uà nàsce ‘u Bommüne = Siamo alla vigilia di Natale.
Mò àmma mètte ‘u Bommüne jìnd’u presèpje = Ora dobbiamo posare il Bambinello dentro il presepio.
Ho anche ho sentito il diminutivo ‘u Bammenjille = Il Bambinello. Chiaro il termine simil-italiano.
Un tenero ricordo della mia infanzia. Ho assistito alla Messa di Natale in Cattedrale. avevo otto anni, ossia nel 1948: a mezzanotte, quando è nato ‘u Bommïne, assieme ai canti e all’incenso, all’interno della Chiesa, con mia somma meraviglia, furono liberate dall’altare maggiore alcune colombe bianche, certamente in segno di “pax hominibus bonæ voluntatis“.
Esse volando passarono sulle nostre teste attraversarono tutta la navata e si andarono a posare sulla balconata dell’organo, al di sopra dell’ingresso principale.
Un’altra volta un bontempone, siccome la corrente elettrica era altalenante a causa del maltempo, disse durante la fase del buio:
Nen sapüme se stanotte se uà nasce mascule o fèmene…
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