Sante Martüne loc.id. = San Martino.
Corretta anche la grafia Sante Martïne
San Martino, dividendo il suo mantello con la spada per darne metà ad un povero, ha compiuto un gesto consolatorio agli occhi del Signore, dei suoi e dei nostri contemporanei.
Si invoca il Santo per augurare abbondanza, perché il giorno della sua commemorazione, l’11 novembre, come si usa dire, ogni mosto diventa vino ed il clima talvolta si mostra meno aggressivo (il fenomeno, quando si manifesta, viene chiamato “estate di San Martino”).
Se entrando in casa propria o di amici si vede che qualcuna è intenta ad impastare la farina per le pettole o per il pane, spontaneamente si dice, come un voto augurale: Sande Martüne!
Agghje mìsse a crèsce, Sande Martüne = Ho messo la pasta a lievitare, San Martino (non permetterà che il pane diventi azzimo, quindi la massa lieviterà nella giusta misura.)
Altra forma abituale è benedüche/benedïche = benedico, dico bene, non per invidia.
Mia nonna diceva:
«Mitte acque e mitte farüne…
e faciüme crèsce ‘u Sante Martüne»
Voleva significare: “aggiungi un posto a tavola”, o “allunga iul brodo”. Un segno di genuina ospitalità.
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