Pupatèlle

Pupatèlle s.f. = Succhiotto di emergenza.

Quando il poppante casualmente non può rientrare in tempo a casa propria per la poppata, gli si propinava una ingegnosa trovata per tenerlo a freno calmandogli i morsi della fame.

In pratica di poneva un cucchiaino di zucchero, reperibile in tutte le case delle amiche di mammà, in un fazzolettino e lo si legava dall’esterno come una pallina.

Posta leggermente inumidita in bocca al bambino affamato, questa pallina – la nostra pupatèlle – lentamente rilasciava lo zucchero che si scioglieva per effetto del suo succhiare.

Il dolce dello zucchero lo calmava immediatamente e i morsi della fami si attenuavano notevolmente. Mammà aveva il tempo di rientrare con pupo calmo e senza che facesse gli strìseme

In napoletano esiste un termine simile: ‘a pupàta: che le facciano più grosse?

Ricordo una canzone di Renato Carosone che nomina la dolcezza della pupata:

Tu quanne passe
me faje venì ‘na mossa,
oj vocca rossa,
che sfizio ‘e te vasà.
Si’ ‘na pupata,
e tutto ‘o vicinato
suspira e fa:
“ah, sei ‘na bontà”!

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