Papùnne

Papùnne s.m. = Babau, l’uomo nero.

‘U papùnne (o anche papònne) era un personaggio orribile, evocato dalle mamme per spaventare i figli irrequieti e convincerli a rigar dritto.

Il “mostro” poteva arrivare immediatamente, proprio quando loro facevano i capricci.

Uì, mò vöne ‘u papùnne = Ecco, (lo vedi) ora viene il Babau!

Ai monelli le brave mamme raccontavano addirittura che ‘u papùnne avrebbe afferrato i bambini “cattivi” li avrebbe calati in un sacco per portarseli via nel bosco a mangiarseli! Perciò, zitti e calmi!

Nessuno ci credeva, né la mammina, né i discoli…..ma funzionava, almeno le prime volte.

Ricordo una vecchia canzoncina delle nostre mamme:

Uh Madonne! Uh Madonne!
sott’u ljitte sté ‘u papònne!
Jü lu fazze pe caccé,
e sèmbe a qua ce völe sté!

Traduzione: Oh, Madonna, oh Madonna, sotto il letto sta il babau! Io faccio (agisco) per scacciarlo (ma) sempre qua vuole restare.

Il mio amico Michele Carbonelli, che ringrazio vivamente, fa questa deliziosa descrizione:
«’U papunne.
Aleggiava in ogni casa, prediligeva stare sotto al letto o nello stipo a muro. Lentamente si alzava quando veniva chiamato per incutere paura ai bambini disobbedienti.
Figura d’oltretomba somigliante più ad nube bassa e cupa che ad un fantasma. A modo suo cattivo con vene di bontà: non si ricordano azioni persecutorie ai danni di anime deboli.
Era considerato uno di famiglia, un parente invisibile da temere, sempre presente all’occorrenza. Non attirava folle e non amava alcool e droga [come probabilmente accade con le varie attuali “Samara” in carne e ossa, che compaiono ormai ovunque come una sfida stupida-ndr] Un tipo solitario e tutto sommato pacifico, ma sempre pronto ad intervenire per sedare capricci, pianti e desideri impossibili.»

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2 Comments

  1. Ecco i commenti:
    Gaetano (Jetèn)
    «mia nonna mi cantava una ninna-nanna “Vattè papunne vattè, vattè papunn…” era bellissima, ve la ricordate? Complimentoni per il sito le future generazioni ringraziano!!!!!!!!!»

    Luigi
    «SI me la ricordo…ma non ricordo come finisce….
    vediamo se San Tonino….»

    Tonino
    «Io ricordo questa cantilena:

    “Uh, Madònne! Uh, Madònne!
    Sòtte ‘u ljitte lu papònne.
    Jüje ‘u fazze pe’caccé,
    sèmbe a qua ce völe sté!”

    Volete la traduzione? Penso che non sia necessaria.»

  2. Un approccio pedagogico, che oggi verrebbe condannato senza pietà, ma emblematico dello spirito dell’epoca: si viveva di sogni, di fantasmi (‘u jammòne indu saccòne), di cavalieri della tavola rotonda e di principesse Sissi. Sentimenti che hanno forgiato la nostra generazione.


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