Musecànde s.m. = Musicante
È detto generalmente al plurale perché si riferisce a coloro che suonano in un gruppo orchestrale o in una banda.
Viene usato anche il sinonimo sunatüre = suonatori, musicisti, strumentisti.
Il termine musecànde ha talvolta una valenza spregiativa, non tanto per le eventuali scarse doti artistiche e tecniche, quanto perché i soggetti ingaggiati per allietare battesimi e matrimoni, facevano man bassa spudoratamente dei cumblemènte= taralli, biscotti, dolcetti e liquori distribuiti nel rifresco.
Erano tempi duri, e quando si poteva arraffare qualcosa da portare a casa i musecànde non badavano a critiche.
Qualcuno riempiva sfacciatamente di cibarie la custodia della fisarmonica e a fine serata portava via lo strumento sfoderato sulla spalla. Cose da non credere, specie se il festino era “ricco”, come quelli che si facevano a Macchia, con puperéte, scaldatelli, ceci arrostiti, pizzarelle, pagnottelle con savezìcchje, ecc.
Ecco perché dire musecànde era come dire morti di fame. Ora i veri musicisti, diplomati al Conservatorio, rischiano la fame ugualmente, perché non riescono a trovare posto come orchestrali, né nella Scuola, tanto meno come Docenti nei Conservatori, perché la Cultura in Italia è del tutto svilita.
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