Addjì ca fé jàrre, addjì ca fé zàrre
I due termini jarre e zarre non hanno un loro proprio significato, perché sono associati in questo Adagio solo per la rima.
Il Detto si cita per indicare una persona lunatica che a talvolta abbonda e a talaltra scarseggia nelle sue relazioni con il prossimo.
Insomma il soggetto in certe circostanze si mostra estroverso e in altre è introverso. Ma anche in generosità e grettezza. Insomma ha spesso due atteggiamenti in antitesi.
Per deduzione si può assegnare a jarre il significato di scarso, ed a zarre quello di eccessivo
Dice il lettore Francio: «Io me lo ricordavo come: “addjì ca fe jarre, allà fé’ zarre…” E’ una mia storpiatura?»
Mi sono informato.
Se dico come appare nel titolo, specifico che lo sciagurato in un luogo fa lo sciupone, e in un altro luogo il taccagno, ossia due cose in antitesi eseguite in due posti diversi.
Simile al detto: Jàlle de chjàzze e tróvele de chése.(←clicca)
Invece, nel modo in cui lo ricorda Francio – che, a mio avviso, non è nello spirito di questo detto – sembra che le due cose debbano avvenire nello stesso luogo: dove hai scialato là vai a stringere la cinghia. Un po’ come la cicala e la formica. Dove hai fatto l’estate vai a fare l’inverno.
Grazie per le attenzioni dei lettori. È la finalità di questo lavoro, quello che io cerco sempre!
Non abbiate timori a replicare. Lo ripeto spesso: io esprimo le mie opinioni, che possono essere sempre opinabili.
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