Tag: Verbo transitivo
Spugghjé
Spugghjé v.t. = Spogliare
Svestire qlcu., togliergli di dosso gli indumenti, denudarlo.
Nella forma riflessiva spugghjàrece = spogliarsi, svestirsi, togliersi gli indumenti.
Spuchelé
Spuchelé v.t. = Spigolare
Raccogliere manualmente le spighe rimaste sul campo dopo che è passata la mietitrice meccanica.
Spinti da necessità, dietro permesso del proprietario del terreno, le donne anziane si lanciavano nei campi per cercare di raccogliere un po’ di frumento per uso proprio.
Sprué
Sprué v.t. = Potare
Tagliare rami, parti di rami o radici di una pianta per eliminarne parti vecchie o malate, per favorirne la crescita o per darle una determinata forma.
Per questa operazione i potatori possono adoperare cesoie, seghe a mano, accétte.
Ritengo che sia una derivazione dal verbo privare, cioè rendere sprovvisto, lasciare senza, rendere privo di qcs.
In questo caso rendere privo di rami superflui.
Spezzeljé
Spezzeljé v.t. = Spiluccare
Mangiare a piccoli bocconi, lentamente o di malavoglia, staccando pezzetti di cibo a morsi o con le mani qua e là. Sbocconcellare per inappetenza patologica o per seguire una dieta ipocalorica.
Spezzeché
Spezzeché v.t. = Staccare, scollare
Spezzeché = separare, togliere ciò che è attaccato o congiunto.
Contrario di appezzeché, appiccicare, incollare, attaccare.
I manefèste ce so’ spezzechéte, assemègghje ca so’ stéte appezzechéte p’a sputàzze = I manifesti si sono scollati, sembra che siano stati attaccati con la saliva.
Spetazzé
Spetazzé v.t. = Spezzettare, frammentare.
Ridurre in più pezzi, sminuzzare, ridurre in più pezzi, spezzettare, dividere in tante piccole parti.
Pe’ fé ‘a rjanéte spetazzìje belle belle l’agnjille e i paténe = Per preparare la pietanza spezzetta per bene l’agnello e le patate.
Spedecené
Spedecené v.t. = Spiluccare
Il verbo spiluccare porta a pensare all’azione di togliere gli acini di uva dal grappolo e mangiarli direttamente.
Specificamente l’azione descritta da spedecené è differente: levare, ad esempio, i piccioli dai pomodori, delle fragole, o delle mele, o anche i filamenti di bisso dalle cozze prima di aprirle o di lessarle.
Insomma i ‘frutti’ hanno bisogno di una operazione successiva, non sono di uso immediato come nel caso dei chicchi dell’uva.
Alla lettera significa: lué i pedeciüne = togliere i peduncoli, i piccioli.
Speccé
Speccé v.t. = Svuotare, liberare
Speccé nel senso di svuotare si riferisce a recipienti pieni di liquidi che bisogna svuotare.
Spìcce ‘stu còmete ca m’abbesògne = Svuota questo recipiente perché mi necessita.
Per estensione, nel senso di liberare,si applica a locali, abitazioni, magazzini, ecc.
‘U patrüne m’ho cerchéte ‘u sutterrànje e lu völe trué speccéte jìnd’a tre müse = Il proprietario mi ha chiesto il locale seminterrato, e lo vuole ottenere libero (da cose e persone) entro tre mesi.
Spatrjé
Spatrjé v.t. = Spargere, sparpagliare
Significa anche disperdere disseminare.
Meh, mò arrecugghjüte tutt’i cöse ch’avüte spatrjéte pe ‘ndèrre! = Bene, ora raccogliete tutte le cose che avete disseminato per terra!
Quanne ce möne ‘u fumjire, ce spatrjöie bèlle bèlle = Quando si butta il letame si (deve) disseminarlo per bene (sul terreno).
Nella forma riflessiva è riferita ai familiari che si allontanano fisicamente tra loro, volenti o nolenti, perché residenti in località differenti. In questo caso il verbo potrebbe essere ispirato dalla locuzione verbale “andare fuori patria”, espatriare, emigrare.
Eh, ce süme spartjéte, chi a Röme, chi a Meléne, chi ‘Ngermànje! = Eh, ci siamo sparpagliati, chi a Roma, chi a Milano, chi in Germania!