Tag: sostantivo femminile

Ciandèlle 

Ciandèlle s.f. = Pettegola

Tipicamente femminile, questo sostantivo descrive una popolana che fa abitualmente del gossip, arricchito, abbellito e adattato per curiosare e deridere una vicina, una conoscente, ecc.

È detta anche, rafforzativamente ciandèlle de stréte = pettegola da strada, perché sta poco in casa, intenta com’è a rapportare e riferire alle sue comari consimili tutti i fatti accaduti, rivisitati o addirittura inventati.

In quest´ultimo caso di tratta di (clicca→) zingramjinte, ossia azioni da zingre, (= zingari persone ritenute inaffidabili), passibili di denuncia per calunnia.

La ciandèlle spesso è litigiosa quando qualcuno la contesta. Allora non disdegna di regolare immediatamente i conti, proprio per strada, ricorrendo alle maniere forti e, perché no, a zuffe. Clicca su→ dellìrje de la Luciüje

Al maschile si dice rócche-rócche ( con la “ó” stretta, pronunciata quasi u).  Un suono onomatopeico che imita il garrire dei piccioni, insistente e noioso.
Un po´come il napoletano inciucio  che imita il ciu-ciu dei passeracei e che significa ugualmente pettegolio.
Per completezza linguistica, al femminile i napoletani usano ‘nciucessa (pettegola professionale (!)… con desinenza -essa, come dottoressa, professoressa, ecc…) o capèra (pettinatrice a domicilio notoriamente apportatrice di pettegolezzi).

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Ciamaruchèlle

Ciamaruchèlle s.f. = Chiocciole giovani.

Si tratta di giovani chiocciole, generalmente biancastre, che si trovano a migliaia lungo le strade di campagna a fine estate.

Vengono chiamate Ciamaruchèlle, per distinguerle, data la minore dimensione, dalle ciamarüche (←clicca) adulte.

Generalmente si lessano e si condiscono con aceto e foglie di menta piperita fresca (‘a mènte ‘i ciamaruchèlle) in una specie di fresca insalata estiva..

 

maruzzellerosse2-800x600 (400x300)Esistono con lo stesso nome le lumachine di mare, da non confondere cono con i cazzecómbre,(←clicca) che sono immangiabili, o con i curlicchi (←clicca) da cui invece si ottiene un delizioso intingolo.

I Napoletani le chiamano maruzzelle (Nassarius mutabilis), altrove tombolini, nassa, bombolini.

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Ciamarüche 

Ciamarüche s.f. = Chiocciola
Mollusco (Helix aspersa vermiculata o ) dotato di una grossa conchiglia a spirale, corpo allungato, viscido, strisciante sulla superficie ventrale, capo munito di antenne retrattili. Il guscio presenta una fascia marrone a spirale su campo bianco. È tipica dell’Italia meridionale: in altre regioni è chiamata “rigatella” per via delle righe bianco-brune a spirale.

Si raccolgono nei campi e si lasciano spurgare per una settimana. Successivamente si preparano con un sughetto all’aglio e pomodoro per condire le orecchiette con la rucola. Un piatto tipico di Manfredonia.

In Basilicata sono chiamate ‘cozze’, o ‘cozze di terra’. I raccoglitori di chiocciole sono detti ‘cozzari’, che è sinonimo di incivile, zotico, buzzurro.

Quando si raccolgono soggetti di dimensioni maggiori (come le famose escargots francesi) sono chiamate ‘i cervüne (Helix aspersa viridis). In Basilicata cape d’agghjone, grosse teste di aglio.

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Ciambéte 

Ciambéte  s.f. = Manciata

Quello che può essere contenuto in una mano sola. Quello che si raccoglie a mani unite dicesi pjöne.

Istruzioni per preparare le acciughe salate. Mjine ‘na ciambéte de séle e jüne d’alüce, jüne de séle e jüne d’alüce = Metti una manciata di sale e una di alici, alternando gli strati.

Ovviamente ciambéte se inteso in senso figurato significa “inezia, poca roba”.

Jì rumàste pe ‘na ciambéte de pedócchje = È rimasto con un pugno di pidocchi, ossia ha avuto un rovescio di fortuna ed è rimasto a mani vuote.

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Ciaccià

Ciaccià s.f. = Carne, ciccia

Un po’ come l’italiano “ciccia” che indica carne, polpa di animale macellato; nel linguaggio infantile, carne cucinata in modo appetitoso, che promette un buon sapore.

Apprüme mange ‘a paste, mamme, e döpe ‘a ciaccià = Prima mangi la pasta, tesoro di mamma, e dopo la carne.

Da non confondere con il ballo cha-cha-cha!

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Chjüse 

Chjüse s.f. = Chiusa

Nel senso di terreno recintato corrisponde benissimo all’italiano “chiusa”.

Specificamente, almeno nelle zone Garganiche, la chjüse indica un terreno sì recintato, ma coltivato ad alberi, specialmente olivi o mandorli.

Ricordo un nome dove mia nonna andava in gioventù a raccogliere le olive: ‘A Chjüse ‘i Sande = La Chiusa Delli Santi (cognome sipontino) o dei Santi (toponimo).

Rammento anche ‘A Chjüse ‘u Baröne = L’oliveto del Barone Cessa, dove mio nonno faceva il Curàtolo, il fattore, l’uomo di fiducia.

Era ubicata sulla via per Macchia, nel luogo ove ora sorge il Centro Commerciale.

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Chjuàzze 

Chjuàzze s.f. = Acquazzone, piovasco

Copioso rovescio di pioggia improvviso ma di breve durata. Talvolta accompagnato da vento.

Ammessa anche la versione chjuvazze, chiaramente riferita al verbo chjöve = piovere

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Chjórme

Chjórme s.f. = Ciurma, equipaggio, gruppo.

Gruppo di uomini addetto ad una specifica incombenza, come ad es. mantenere il governo della barca, o svuotare a spalla un carico di merce dalla stiva di un natante, ecc. Precisamente sono uomini sottoposti al comando di un capo-ciurma (traducibile in dialetto con chépe-chjórme).

In genere è usato in senso spregiativo.

Per estensione si intende un gruppo di persone piuttosto numeroso e compatto, magari un po’ prepotente o chiassoso. Qualcuno identifica anche un gruppo di specifico di preti che segue la processione, o è intento a celebrare un interminabile Pontificale, come dire cungröje = congregazione.

Quelli che si associano su facebook fanno parte di una chjórme?

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Chjìreche

Chjìreche s.m. e s.f. = Peto, chierica

Secondo il genere, maschile o femminile, il sostantivo cambia di significato.

1) ‘a chjìreche s.f. = chierica; rasatura circolare della sommità del capo portata obbligatoriamente da alcuni religiosi e, per estensione, zona calva sulla sommità del capo;

2) ‘u chjìreche s.m. = Peto, scorreggia, gas intestinale emesso rumorosamente.

Vi rimando a chjirecóne (←clicca)

Digitate nel rettangolino bianco la parola “scorreggia” e cliccate su “cerca”. Vi delizierete con tre paginette dedicate a questo argomento di carattere olfattivo…..

Volutamente qui non aggiungo alcun commento per evitare facili sconvenienze, perché io sono una personcina educata.  😉

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Chjèppe

Chjèppe s.f. = bazza, cheppia alosa

1) Chjèppe = Alosa  (Alosa fallax o Alosa alosa, o Clupea alosa) Pesce marino dal ventre argenteo e dal dorso azzurro-verde, commestibile, presente nel Mediterraneo. Vive in banchi nelle acque costiere, si adatta anche alle acque salmastre o dolci.
Risale i corsi d’acqua nel periodo della riproduzione, dove è oggetto di pesca sportiva.
Pesce di lunga vita: può raggiungere anche i 25 anni (da Wikipedia).

Le sue carni generalmente non sono apprezzate perché molto spinose. Ma noi Manfredoniani troviamo il modo di renderle accettabili grazie alle nostre brave massaie che le preparano degnamente.

2) Chjèppe = Bazza. Mento molto prominente, allungato e sporgente. Esiste anche il soprannome Chjèppe, attribuito evidentemente a qualcuno dal mento protuberante.

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