Tag: sostantivo femminile

Pìzze alla vàmbe

Pìzze alla vàmbe s.f. = Focaccia alla fiamma.

Una specialità di Manfredonia caduta in disuso perché non si fa più il pane in casa.

Difatti le mamme quando impastavano in casa la farina per la panificazione, con la stessa pasta lievitata preparavano quasi sempre il tortanello, e questa focaccia, con pomodori freschi affondati nella pasta, olio, sale e origano.

Il forno pubblico era in fase di riscaldamento (ecco la presenza al suo interno della vàmbe = fiamma, che dà il nome alla focaccia) e le massaie chiedevano al fornaio di cuocere velocemente queste piccole cose prima dell’infornata del pane.   Al fornaio serviva anche da test per giudicare la temperatura del forno.

Il disco della focaccia veniva portato al forno su un legno compensato opportunamente infarinato. Il fornaio abilmente lo trasferiva sulla pala e lo introduceva nel forno per riprenderlo dopo pochi minuti, sfrigolante e fragrante.

Sapori e profumi lontani.

Ho scoperto casualmente che più o meno come la nostra è fatta in Alsazia (Regione della Francia confinante con la Germania), col nome di Flammkuchen o Tarte flambée .

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Pizzarèlle

Pizzarèlle s.f. = Dolciume

Dolcetto di forma rotondeggiante, a cupoletta in cima alla quale spesso si poneva un chicco di caffè tostato, fatto di farina, zucchero e uova.

Guardando i componenti si può dire che sono un po’ come i “pavesini” fatti in casa.

Anche le pizzarèlle si mandano in forno sulla teglia larga (‘a ramöre = la lamiera)

Sono tipici nel periodo natalizio, ma hanno fatto la loro bella figura anche nei rinfreschi di nozze.

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Pìnghe

Pìnghe s.f. = Pene

Mi sono già dilungato abbastanza con (clicca→) pengöne (scusate il calambour sul dilungamento, prolungamento o allungamento…).

Il suono pìnghe somiglia all’inglese pink, che vuol dire color rosa (ricordate The Pink Panther = La Pantera rosa?): vuoi vedere che c’è attinenza cromatica?

Beh, un po’ più seriamente diciamo che pìnghe è il membro virile in posizione di riposo. Difatti esiste il soprannome Pingamòsce qualora ci fossero dei dubbi sullo stato del pene.

È una dei tanti modi di chiamare questa nostra appendice anatomica.

Un simpatico modo di dire manfredoniano, che vuole evidenziare una situazione di gran quantità di lavoro da svolgere, è: stéche a pìnghe de fatüje = sono sommerso di lavoro (fino all’altezza dell’inguine).

In italiano si scavalca a pie’ pari il punto scabroso, e si dice che si ha lavoro “fin sulla cima dei capelli”.

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Papjònne

Papjònne s.f. = Papillon, cravatta a farfalla

papillon

Il termine, nella pronuncia, è tel-quel al francese papillon, farfalla.

I nostri genitori dicevano indifferentemente papjònne o scullüne (dim. di scòlle = cravatta, come dire cravattina).

Ovviamente era usato dal popolino solo nelle grandi occasioni (per il matrimonio proprio o quando testimoniava alle nozze altui). Indossare il papillon era prerogativa dei signori, dei cocchieri e dei camerieri in servizio di gala.

Per gli elegantoni che volessero annodarsi il farfallino possono trovare la descrizione e il filmato cliccando su papillon.

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Pindalòsce

Pindalòsce s.f. = Scorreggia

Voce fanciullesca per indicare una scorreggia.
Sinonimo fjite (←clicca)

L’emissione di gas intestinale era un po’ glorificata in questa specie di “conta” per stabilire, quando si stava seduti attorno al fuoco (perché la televisione non era stata ancora inventata) chi era stato l’autore della puzza.

Ecco il testo:

Pendìlle, pendìlle, pendòsce
ch’jì ca l’ò fàtte la pindalòsce?
L’ò fatte ‘u cüle fetènde
e Sant’Andònje l’abbrüsce ‘u dènde.
Póh póh, póh
e che fjite c’à fatte tó!
L’ò fatte ‘u pundarüle
e Sant’Andònje l’abbrüsce ‘u cüle.
Póh póh, póh
e che fjite c’à fatte tó!

Qualcuno al verso n. 3 dice che Sant’Antonio gli brucia la lènghe (la lingua). Posso anche accettare questa variante, ma non mi garba troppo, perché non fa rima baciata come tutto il resto di questa odorosa “poesia”!

Tra l’aggettivo fetènde e il sostantivo lènghe c’è solo un’assonanza.
Io preferisco l’accoppiata in rima, come:
fetènde/dènde,
pendòsce/pindalòsce,
tó/póh, e
cüle/pundarüle

Cliccate sul triangolino bianco qua sotto e sentire l’audio (non l’afrore) di questa…odorosa filastrocca!

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Pezzendarüje

Pezzendarüje s.f. = Indigenza,

Condizione di estrema povertà. L’essere pezzente. Azione, comportamento da accattone, mendicante.

Andare in miseria = Jì mbezzendarüje.

Notate come la ‘p’ iniziale di pezzendarüje diventa ‘b’ per effetto dell’accorpamento della prep. ‘in’. Il bisillabo iniziale ‘in-pez'(zenteria) diventa monosillabo ‘mbez’(zendarüje)

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Pezzechéte

Pezzechétes.f. = Timore, sbeffeggiare

Si usa nella locuzione “fàrce ‘na pezzechéte” = per la paura ci si è fatti piccoli-piccoli, ossia quanto un pizzico di pepe, sale o altro prodotto sottile.

Sinonimo di “cacàzze”

Lo locuzione pigghjàrece ‘a pezzechéte equivale all’italiano “tirare una frecciatina”, nel senso di prendere benevolmente in giro qualcuno, con allusione più o meno esplicita. 

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Pèzze amerechéne

Pèzze amerechéne s.f. = Indumenti usati

Generalmente inteso come plurale, anche se ha la stessa pronuncia al singolare.

Perché “pezze americane”? Pezze sta qui ad indicare stracci, perché gli indumenti di seconda mano erano presentati a mucchi, non confezionati singolarmente. Quindi erano paragonati a stracci, non più indossabili.

Nell’immediato dopoguerra il fondo ERP (European Recovery Program) o Piano Marshallha aiutato l’Italia a riprendersi dallo sfacelo del conflitto con derrate alimentari e fondi per la ricostruzione.

Molti Enti benefici statunitensi ci inviarono indumenti raccolti presso le famiglie. Un po’ come fa ora la Croce Rossa con la raccolta di abiti usati da destinare agli indigenti.

Per poche lire si compravamo dai commercianti baresi al mercato settimanale delle camicette, magliette, giubbotti, pantaloni, calzettoni, berretti, ecc. scegliendoli da un enorme mucchio, posto sopra un largo telone poggiato a terra.
Generalmente erano utilizzato come abiti da lavoro.

Mi ricordo di aver comprato una volta un bel un costume da bagno elasticizzato che si adattava alla mia esile figura di adolescente.
Poi ho scoperto che era un indumento femminile, ma chi se ne importava? In effetti a quell’età avevo poca roba da contenere nel costume da bagno, e calzava bene anche quello da donna!

Ringrazio il lettore Michele Murgo per avermi ricordato questo termine appreso da sua nonna.

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Pèzze

Pèzze s.f. = Pezza

 

1 Panno, straccio per le pulizie (‘a pezze de ‘ndèrre = lo straccio per lavare il pavimento)

2 Toppa ( jì ‘rrevéte a Mambredònje p’i pèzze ‘ngüle, e mò… = è arrivato a Manfredonia con le toppe ai pantaloni e ora…)

3 Appezzamento di terreno. (La pèzze l’Abbéte = l’appezzamento dell’Abate)

4 Forma (‘na pèzze – o anche ‘na pezzòtte – de furmagge = Una forma di cacio)

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