Tag: sostantivo femminile

Ranògne

Ranògne s.f. = Rana, ranocchio

I ragazzi che hanno frequentato le scuole dell’obbligo pronunciano ‘a ranòcchje al femminile.

La rana è un animaletto che vive negli stagni e nelle paludi.

Appartiene all’ordine degli Anuri, alla famiglia dei Ranidae, alla specie degli anfibi (fine della parte scientifica).

I Francesi ne fanno una soupe= zuppa di rane che ritengono una vera leccornia. Da bambino le ho mangiate infarinate e fritte ma non ho apprezzato nulla di speciale….Preferivo le cocozze fritte, perché più dolci.

Con la bonifica del Tavoliere sono pressocché scomparse dalle nostre zone umide.

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Rangenöse

Rangenöse s.f. = Squilibrio, sbilanciamento, dérapage.

La locuzione pegghjé ‘a rangenöse si usa specificamente nel gioco della trottola di legno.

Quando la trottola [‘u córle (←clicca)], dopo il lancio con la cordicella [‘a zajagghje (←clicca)], invece di prillare correttamente in posizione fissa e perpendicolare sul piano di gioco, se ne allontana velocemente e con traiettoria curva.
Ciò avviene perché il suo asse di rotazione risulta alquanto inclinato rispetto al suolo su cui la trottola è stata lanciata.
In Fisica questo fenomeno cinetico avrà un nome specifico, ma non rientra nelle mie modeste conoscenze scientifiche.

‘U córle ò pegghjéte ‘a rangenöse! = la trottola ha preso una deriva, sta derapando.

Per similitudine si usa  pegghjé ‘a rangenöse quando qualcuno incespica, sta per cadere, traballa, e tenta di rimettersi in sesto. Cade?… Cade?…Non cade!…

Jògge agghje pegghjéte ‘na rangenöse! = Oggi sono incespicato, stavo per cadere (ma per fortuna mi sono  ripreso dallo sbandamento),

La rangenöse descrivere molto bene anche l’avanzare traballante delle persone ubriache, che mostrano sempre un equilibrio precario.

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Ramöre

Ramöre s.f. = Teglia da forno, lamiera

1) Teglia da forno di latta, rettangolare (grande fino a cm 50×70), dal bordo basso, usata per mandare al forno pubblico i dolci fatti in casa. Su di essa si ponevano pizzarèlle, scarièlle, scavetatjille, taràlle ecc.per la cottura. Ora sono usate dalle pasticcerie, dalle pizzerie per le focacce al taglio e dai biscottifici, non più dalle massaie per uso domestico.

2) Lastra metallica ottenuta per laminazione a caldo o a freddo, utilizzata per fabbricare diversi manufatti (dalle industrie per es. per farne ssportelli di automobili e dai ferrai per creare vomeri di aratro).

Ramöre deriva certamente dall’italiano ‘lamiera’, con pronuncia modificatasi attraverso i secoli.

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Ragge

Ragge s.m. = raggio, rabbia.

Come in italiano, alcuni vocaboli al maschile hanno un significato diverso da quello assunto al femminile.

1) Ragge, s.m. = Raggio. Più che come espressione geometrica è quello fisico della ruota del carro o della bicicletta. Anche i raggi solari si chiamano ràgge.

2) Ragge, s.m. = Impeto, forza, potenza di lancio. Solo nella locuzione idiomatica: pe tutt’i ràgge = con tutta la forza possibile. Sbàtte ‘u polepe pe tutt’i ràgge = Sbattere il polpo con tutta l’energia possibile.

3) Ragge s.f. = Rabbia. Rabbia, intesa come malattia dei cani, l’idrofobia.
Tenì ‘a ràgge = essere idrofobo.

4) Ragge s.f. = Rabbia, intesa come sinonimo di stizza, ira, collera, odio, irritazione, rancore. Tenì ‘na ràgge = Avere rancore, risentimento, ecc..

5) Ragge s.f. = Un “sapido” giudizio culinario, specie se il gusto del sale è predominante.
Jì saprüte ‘stu baccalà? È gustoso questo (intingolo di) baccalà? – Sì ‘na ràgge! = Sì, è salatissimo!

6) Ragge agg. = Ragia, specificamente riferito all’essenza di trementina, detta commercialmente acquaragia, acqua-ràgge, o, con linguaggio più tecnico, diluente deluènde. Usato dai tinteggiatori per diluire le vernici e risciacquare i pennelli dopo l’uso.

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Ràchene

Ràchene s.f. = Telone

Si tratta di teloni di tela robusta, che erano dispiegati sollo le piante di ulivi prima dell’operazione di raccolta. Le olive in esso cadute e si raccolgono e si pongono in sacchi di iuta per porlarle al frantoio oleario. Il telone così riutilizzabile, passa alla pianta successiva.

Usato anche come stuoia sull’uscio di casa per accogliere i bimbetti attorno alla nonna, quando nelle calde sere d’estate lei usava raccontare all’aperto fantastiche fiabe o allegri frecàbbele

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Quartére

Quartére s.f. = orcio, anfora, giara,

Alcuni sostengono il nome derivi dal greco  κάνθαρος (cantharos) = orcio
In altre parti della Puglia è detto capasone.

Grosso recipiente di terracotta naturale, o anche smaltata, di forma oblunga e panciuta, a bocca larga.
È dotato di due manici anch’essi di terracotta, usato per conservare olio, vino, acqua o granaglie. Capacità da 5 litri (‘a quartarèlle = piccola giara) fino a 20 litri.

Quelle di dimensione maggiore, vere e proprie giare, sono dette (clicca→) fusüne.

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Quarte

Quarte s.f., s.m., agg. = parte, quarto

1) Quarte s.m. = Parte s.m. – Zona, luogo, territorio, regione, direzione, impeto, impulso.

A quale quarte si jüte a javeté = In che parte sei andato ad abitare?
A quale quarte ‘mma jì? = In che direzione dobbiamo andare?
Jìsse jì venüte au quarte müje = Lui è venuto dalla parte mia, verso di me.

2) Quarto agg. – Numerale ordinale. In una successione ordinata, occupa il posto corrispondente al numero 4.
Javetéme au quarte piéne = Abitiamo al quarto piano.

3) Quarte agg.– Al maschile ha valore frazionario. Ognuna delle quattro parti in cui si suddivide qlco.

Hamme tagghjéte ‘a pizze e ce sume pigghjéte ‘nu quarte a tèste (pedüne). = Abbiamo diviso la pizza e ci siamo presi un quarto ciascuno.

4) Quarte agg. – Al femminile indica una misura di capacità di litro o di peso di 250 ml o g.

‘Na quarte de latte = Un quarto (di litro) di latte.
‘Na quarte de péne = Un quarto (di chilogrammo) di pane.

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Quaröre

Quaröre s.f. = Querela

Atto con cui la persona che si ritiene danneggiato o vilipeso,  sporge denuncia alle Autorità competenti perché queste intraprendano un’azione civile/penale contro il presunto offensore.

Fé ‘a quaröre = Sporgere querela, querelare. 
Denunziare qlcu per ingiuria, diffamazione, raggiri, truffe, inadempienze contrattuali, ecc.
Il Giudice stabilirà regioni e torti ed erogherà condanne, assoluzioni, risarcimenti, ecc. 
Il verbo “querelare” si traduce con voce arcaica “quarijé” (cfr. il lodato Vocabolario Caratù-Rinaldi) che  francamente non ho mai sentita.
Se dico: “Quèdde jì stéte quarijéte” non sono certo di essere compreso da tutti.

Il sostantivo quaröre (dai ragazzi di oggi viene pronunciato quaröle, perché ricalca l’italiano “querela”) deriva dal francese querelle = litigio, termine a sua volta generato dal latino  queri = lamentarsi,  lagnarsi.

Per quelli digiuni di giurisprudenza dicono anche fé ‘a denónzje = Fare la denuncia, denunciare.

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Quàgghje

Quàgghje s.m. e s.f. = Caglio, quaglia

1) – ‘U quagghje s.m. – Il caglio. Sostanza acida di natura animale o anche vegetale o chimica che si aggiunge al latte per farlo coagulare al fine di ottenerne formaggio.

2) – ‘A quagghje s.f. – La quaglia (Coturnix coturnix). Ė un uccello della famiglia dei Phasianidae. Preda di spietata caccia in tutta Europa, sopravvive grazie ad allevamenti, perché si adatta abbastanza bene a vivere in cattività. Apprezzate le sue carn

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Putténe

Putténe s.f.= Prostituta

Donna che ha relazioni sessuali frequenti e promiscue dietro compenso in denaro.

Viene dal francese putain. Dal latino popolare Puta = fanciulla, che oggi ha valenza negativa che non ebbe invece all’origine: come il termine italiano putto/a= fanciullo/a, nelle raffigurazioni artistiche in pittura o scultura.

A putténe de màmete! = Esclamazione reattiva ad una provocazione pungente.

Ad una prostituta di lunga esperienza, scafata, scaltra, si attribuisce l’accrescitivo puttanöne, o scuföne o bagàsce.

Sinonimi:zòcchele, zucculöne, scröfe.

Per eufemismo si usa definire scrufèlle, come il toscano “maiala”, quelle ragazze troppo disinibite.

Che stéte a vedì Biutifù, quidde so’ quatte scrufèlle! = Che state a guardare “Beautiful”: quelle sono quattro puttanelle.

Ci tengo a precisare che queste sono solo mie conoscenze linguistiche e non di frequentazioni. Io sono una personcina seria, non un puttaniere!

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