Tag: sostantivo femminile

Spangèlle

Spangèlle s.f. = Gabbia toracica.

Costole, ossa del torso umano. Quelle degli animali macellati usate per farne bistecche si chiamano tacchecèlle.

Madònne cüme sté sciupéte: ce vètene tutte ‘i spangèlle! = Madonna come sei magro! Si vedono (con evidenza) tutte le ossa del torace.

Pòvere uagnöne, töne tutte ‘i spangèlle da före = Povero ragazzo, ha tutte le costole sporgenti (per l’eccessiva magrezza).

 

Quindi tenì ‘i spangelle da före = avere le costole sporgenti denota magrezza, astenia, debilitazione organica.

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Sottavèste

Sottavèste s.f. = Sottoveste, sottabito.

Indumento intimo femminile, in seta o altro tessuto, senza maniche con sottili spalline, che si indossa sotto l’abito, spec. per non farlo aderire al corpo.

Ovviamente la sottavèste dev’essere ben nascosta. Se l’orlo malauguratamente si intravede sotto il bordo della gonna, perché più lungo di questa, evidenzia la sciatteria e l’incuria della indossatrice. Questo ‘di più’ che fa capolino dicesi pechèsce.

In altre parti d’Italia chiamano la sottoveste femminile con il nome di sottana. Il che è improprio, perché sottana significa principalmente gonna, o anche sottogonna. Ma ormai il termine ‘sottana’ è accettato da tutti con entrambe le accezioni.

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Söte

Söte agg. e s.f. = Calmo, seta, sete

1) Söte agg. = Pacato, sereno, controllato, tranquillo, quieto.
Esortazione ai bambini vivaci: Stàvete söte! = State quieti!
Di’ au mére: stàtte söte! Di’ al mare: resta fermo (impossibile)

2) Söte s.f. = La seta, fibra tessile ricavata dal bozzolo del baco da seta.
Tènghe ‘na camecètte de söte = Ho una camicetta di seta.

3) Söte s.f. = La sete, bisogno fisiologico di bere, che si manifesta con una sensazione di asciuttezza della bocca o della gola.
Me stéche murènne de söte = Mi sto morendo di sete.

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Sóste

Sóste s.f. =  Collera, agitazione, stizza.

Stato d’animo dovuto a irritazione, nervosismo, ansia.

Li vöne a sóste = si sta inquietando per l’impazienza.

Se me vöne la sóste nen sacce add’jì ca jéme a fenèsce = Se mi spazientisco non rispondo delle mie azioni (alla lettera: non so dov’è che andiamo a finire).
La pronuncia della ó è molto stretta, quasi una u.

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Söre

Söre s.f. = Sorella, sera

1) Söre = Sorella pronuncia identica al termine francese soeur, che significa proprio sorella.

2) Söre = Sera. Parte del giorno compresa fra il tramonto del sole e la piena oscurità.
Stasöre = Stasera, questa sera.

Entrambe le parole hanno lo stesso suono.

Il contesto della frase chiarisce se stiamo parlando della sera o della sorella.

Cré söre hann’a venì, jèsse e la söre = Domani sera devono venire, lei e la sorella

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Smanajöle

Smanajöle agg. = Estroversa, espansiva.

L’aggettivo specificamente è riferito, solo al femminile, a ragazza vivace, briosa, effervescente ma poco propensa a svolgere lavori domestici.

Non credo che si sia mai visto un ragazzo smanajùle

Insomma bella e piacevole nel divertimento, ma in casa decisamente škenèlle= scansafatiche.

Deriva certamente da smànje = smania, desiderio incontenibile, voglia impaziente…di andare a divertirsi.

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Škuppètte

ŠkuppètteŠcuppètte  s.f. = Schioppo

Fucile da caccia, schioppo.

Deriva dallo spagnolo escopeta. o dal francese escopette

Era chiamato anche ‘u düje bòtte = il ‘due colpi’, perché era dotato di due canne affancate o sovrapposte.

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Šküme

Šküme Šcüme  s.f. = Schiuma, spuma

Insieme di bolle d’aria o di altro gas che si forma alla superficie di un liquido sottoposto a ebollizione o ad agitazione; (Sabatini-Coletti).

Anche quella prodotta dal sapone, particolarmente dal sapone da barba al profumo di mandorle amare, è  šküme.

Voglio aggiungere quella che si forma nel bicchiere quando si versa il vino o la birra è  šküme.

Il buon bevitore, quando esistevamo le osterie, rivolgendosi alla schiuma del vino versato nel bicchiere, sussurrava: “se tu resti, io me ne vado; se tu te ne vai, io resto”.  C’è un perché! Se il vino è genuino, la schiuma dopo qualche attimo sparisce. Se invece il vino è annacquato, la schiuma nel bicchiere permane a lungo, e perciò l’intenditore preferisce alzare i tacchi.

Vorrei non enumerarla, ma purtroppo lo debbo fare per dovere di linguista,”‘a šküme a ‘nu quarte e n’ate“… = La schiuma ad una parte ed all’altra (della bocca). Puah!

È quella che si forma ai due lati della bocca, la bava secca, quando qlcu è gran parlatore e non si accorge che gli crescono le cispe!

Preferisco pensare alla fugace šküme dell’onda che si infrange sulla battigia, o meglio, alla  soavissima schiuma cremosa di un bollente cappuccino preso al mattino presto nel bar Aulisa, con o senza spruzzata di cacao amaro in polvere! Lüce de Paradüse! = Luce di Paradiso!

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Škufüje

Škufüje šcufüje s.f. = Minuzia

Si tratta di particella, di detrito, di frammento piccolissimo. Di solito viene usato al plurale.

Sono le briciole di pane, ad esempio, che cadono sulla tovaglia quando lo si affetta o lo si spezzetta con le mani.

Scutelije ‘sta tuàgghje, ca stanne ‘i škufüje = Scuoti questa tovaglia, ché ci sono le briciole.

Assemègghje ca tènghe ‘na škufüje ind’a l’ùcchje = Mi sembra di avere un granello sotto le palpebre dell’occhio.

Mà’ sté ‘na škufüja nèrje jind’u zócchere. Uà jèsse ‘na pòlve de cafè macenéte. = Mamma c’è un granellino nero nello zucchero!. Dev’essere un detrito di caffé macinato.

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Škaröle

Škaröle ( o škaróles.f. = Indivia

La verdura si suddivide in due specie principali, entrambe contraddistinte da un buon contenuto di vitamina A: l’indivia liscia e l’indivia riccia.

1 – la škaróle, propriamente detta (Cichorium endivia latifolium) ottima lessata e condita con un filo d’olio: leggera, dolce, decongestionante.
Il prodotto, in entrambe le specie, è costituito dal “cespo” e cioè dalla rosetta di foglie che coronano il brevissimo fusto e che nella fase di accrescimento si sovrappongono e si serrano in un grumolo, detto cuore, più o meno compatto.

 

2 – la škaröla rìcce (Cichorium indivia crispum), usata per lo più cruda, in insalata da sola o assieme a lattuga e ad alti vegetali

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