Tag: sostantivo femminile

Tèste

Tèste s.f. = Gallinella, o pesce cappone

Nome comune di vari pesci mediterranei di colore rosso o brunastro.

Nome scientifico: Trigla lucerna
Famiglia: Triglidae (Triglidi)
Ordine: Scorpaeniformes .

Ha carni bianche e sode, ottimo in umido.

Il nome manfredoniano è teste, ossia proprio testa; gli Abruzzesi lo chiamano Coccia = testa; I Baresi Capone = Testone.

Credo che da capone sia poi diventato cappone e da cappone a gallina e gallinella.

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Tèrrarosse

Tèrrarosse s.f. = Bauxite

La “terra rossa” è la bauxite, rossa di fatto, materia prima per l’estrazione dell’alluminio. Nel 1822 il minerale denominato bauxite venne scoperto presso Les Baux dal geologo Pierre Berthier (da Wikipedia)

La bauxite si cavava dalla miniera di San Giovanni Rotondo, giù nella località delle Matine e veniva  trasportata e ribaltata dai camion sulla banchina dal molo di ponente di Manfredonia e in un secondo tempo imbarcata su navi che poi raggiungevano Porto Marghera, vicino a Venezia, per la lavorazione. A caricare ‘u vapöre = il bastimento, la nave, provvedeva la squadra della “Compagnia Portuale”.

La miniera, di proprietà della Montecatini, divenne antieconomica e chiusa nella metà degli anni sessanta.  Alcuni dipendenti di Manfredonia  furono trasferiti da San Giovanni Rotondo ad altri stabilimenti della Montecatini (diventata poi Montecatini-Edison, abbr.Montedison), a Crotone e al Nord Italia.

I camion venivano giù da Via Scaloria, percorrevano Via Tribuna, nel senso contrario all’attuale senso unico, giravano giù per Via Seminario e poi giravano per Corso Roma e Piazza Marconi e, quindi, entravano nel porto. Tutta questa strada era cosparsa da questa terra rossa, in special modo le due curve, quella su da Via Tribuna a Via Seminario e l’altra in fondo a Via Seminario per corso Roma.

Qualche cane randagio affamato veniva attirato dalla terra e la assaggiava, se ne assaggiava troppa dopo qualche tempo veniva trovato morto, con la schiuma alla bocca nelle traverse di Via San Lorenzo e Corso Roma.

 

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Tèrra-pógghje

Tèrra-pógghje s.f. = Terra Apuliæ

Chiedo AIUTO ai lettori più anziani: che cosa era esattamente la Terra Apuliæ? Questo nome mi risuona nelle orecchie da quando ero ragazzino.

Io non ne sono certo, ma mi sembra di aver sentito che si trattava di una specie di società cooperativa di produzione e lavoro che assoldava braccianti agricoli per i lavori dei campi e anche manovali, badilanti, per bonificare le paludi. Il salariato veniva scelto a rotazione, un po’ come oggi i “lavoratori socialmente utili”, LSU, per consentire a più famiglie di sfamarsi.

Addjì ca sté fatjànne mò? Alla Terra-pógghje = Dove stai lavorando adesso? Alla bonifica della cooperativa Terra Apuliæ (o alla vànghe = alla vanga, o alla Pógghje = alla Puglia).

Notate che il concetto di lavorare è espresso con il termine fatjé = faticare, che in italiano esprime grande dispendio di forza fisica: ma ogni lavoro di allora era così, gravoso e durevole, nel senso che richiedeva agli addetti ben oltre le consuete otto ore giornaliere.

Il traguardo di otto ore di lavoro al giorno fu una conquista dei lavoratori dopo anni di lotta sindacale.

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Tenetüre

Tenetüre s.f. Asperità, sporgenza.

A volte è pronunciato tinetüre.

È un termine in uso specifico nella marineria locale.

Indica precisamente un’asperità dal fondo marino roccioso (detto comunemente aspre), che crea impedimento all’avanzare delle reti a strascico. Talvolta le sventra perchè restano impigliate sul fondo.

Ma ormai da tempo i nostri pescatori sanno dove calare le reti per recuperarle indenni! Sono lupi di mare che conoscono i fondali palmo a palmo, esanno benissino come evitare queste tenetüre.

Secondo me il sostantivo può derivare dal verbo tenì = trattanere, bloccare; quindi qualcosa che tiene, che impedisce di salpare le reti, impigliate sugli scogli del fondale.

Ringrazio vivamente il lettore Antonio Sorbo per il prezioso suggerimento fornitomi.

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Tascèrre

Tascèrre sf = Scansia

etagereScaffale movibile, di legno o metallico, a giorno (cioè senza pareti laterali o frontali o di fondo), a più ripiani.

Ho sentito pronunciare anche tascèlle, ma è una storpiatura che non mi piace.

Il termine deriva dal francese Étagère ossia contenitore di ripiani (étage)

Osservare l’affinità della pronuncia tra ‘a tascèrre e l‘étagère

In effetti il sostantivo étagère, scritto anche senza gli accenti sulle ‘e’, è diventato ormai univarsale (come hotel, speck, wurstel, sport, bar, ecc..)

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Taragnöle

Taragnöle s.f. = Allodola

La taragnöle è un uccello migratore (Alauda arvensis) una volta molto ricercato dai cacciatori.
Il nome deriva dall’aggettivo latino terràneola,  “terràgnola”, per le sue abitudini di nidificare nei terreni e nei campi coltivati.
Sinonimi di cappellaccje, calandrèlle e (clicca→) cucciarde.

Questo passeraceo è ritenuto utile all’agricoltura perché si nutre anche delle larve di cavallette e di insetti nocivi.

Strutturato come il nome della città di di Cerignola (difatti non si pronuncia sdrucciola), l’accento tonico in dialetto è quello di una parola piana.

Mio padre mi raccontò che i cacciatori per catturarle non usavano il fucile,  ma un metodo altrettanto barbaro.
Camminavano a coppia di notte in fila indiana per i campi. Uno di essi era munito di una lanterna cieca, di quelle che hanno il vetro posteriore e quelli laterali oscurati. Quando scovavano il nido, il primo gli puntava la luce:  l’allodola metteva fuori il capo perché la natura le spinge a curiosare, e l’altro uomo  la pestava col il suo pesante scarpone, la raccoglieva e la intascava nel carniere.

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Tàmbe

Tàmbe s.f. = Tanfo, fetore

Puzzo stagnante e intenso, spec. di muffa, di marcio o di chiuso.

Ce sènde ‘na tàmbe de mecöne = Si sente un tanfo di muffa.

Tambe è usato anche per indicare un vago odore magari non specifico, ma sicuramente non convincente.

Ce sende ‘na tambe… Ma chè, ha’ pulezzéte i pìsce? = Si sente un tanfo… Ma per caso hai pulito i pesci?

Che tambe de pjite = Che tanfo di scarpe da ginnastica.

Sèmbe a fumé, sembe a fumé, ma nen sendüte che tambe ca sté qua jìnde? = State sempre a fumare, ma non avvertite il tanfo che c’è qua dentro?

Ce sende ‘na tambe de stàlle! = Si avverte un tanfo di stallatico.

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Talepunére

Talepunére s.f. = Talpa

La Talpa (Talpa Europea) è un mammifero simile a un grosso topo, con muso appuntito e lungo; ricoperto di una morbida pelliccia bruna, ha le zampe anteriori provviste di unghie robuste, con cui scava gallerie alla ricerca di lombrichi e altri insetti di cui si nutre.

Credenze antiche: coloro che si strofinavano le mani con il sangue di questo animale acquistavano il potere di far passare i dolori e i gonfiori e le infiammazioni delle persone che ne erano affetti.

Io sono stato iniziato a questa pratica all’età di cinque o sei anni, in campagna, dove una povera bestola era finita sotto il vomere dell’aratro. Nonostante io fossi recalcitrante, ho dovuto sottopormi forzatamente all’unzione delle mie manine con il sangue della talpa.

Ne sono uscito piangente e atterrito.

Mia nonna invece era convinta che successivamente sarei diventato un taumaturgo, un  benefattore dell’umanità con l’imposizione delle mani sulle infermità dei bambini malati.

Curiosità:
Con lo stesso nome in edilizia viene designata una mostruosa trivella orizzontale che scava gallerie di grosso diametro nella montagna tanto grandi da consentire la posa della massicciata stradale o ferroviaria.

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Tagghjöle

Tagghjöle s.f. = Tagliola

Trappola usata per catturare topolini domestici e anche passeracei.

Esistono quelle a tavoletta e ad archetto, funzionanti con una molla a torsione, che scattano al movimento dell’animaletto che le tocca per mangiare il cibo posto come esca, catturandoli.

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Tacchecèlle

Tacchecèlle s.f. = Costatine,

Taglio di carne bovina o suina nella parte ricoprente le vertebre dorsali e le costole è detta custéte = costata o con termine più moderno bestècche = bistecca [dall’inglese beef-steak = beef (bue) steak (fetta)]

Per indicare specificamente le costate dell’agnello o del capretto, di natura più piccole rispetto a quelle del maiale o del vitello, si usa il diminutivo tacchecèlle.

La loro cottura si esalta sulla brace, perché sprigiona un odore molto gradevole.

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