Tag: sostantivo femminile

Tunnarèlle

Tunnarèlle agg. sopr. = Formosa, rotondetta.

Quando una donna è in carne, si dice che è tonna tonne = rotonda rotonda.

Il soprannome è stato affibbiato alla ragazzotta sì in carne ma anche graziosa.

Mi sembra che c’era una levatrice con questo nomignolo. Aspetto conferma dai lettori.

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Tufére

Tufére s.f. = Cava di tufo

Cava di superficie di materiale tufaceo.

Il tufo (in latino: tofus o tophus) è una roccia sedimentaria piroclastica di origine vulcanica. Anche i calcari formati da sedimenti precipitati grazie all’azione dell’acqua formano rocce chiamate tufi, che generalmente includono tracce di conchiglie fossilizzate.

È una roccia facilmente lavorabile, i cui conci estratti nelle tufare sono ampiamente usati in edilizia, specie in Puglia, Campania, Sicilia.

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Tuàgghje

Tuàgghje s.f. = Tovaglia

Drappo che si stende sulla tavola per apparecchiare la mensa o anche per ornamento.

Generalmente è in tessuto di cotone o di lino, ma può essere anche di plastica, o di carta come quelle usate nelle trattorie.

Le nostre nonne le creavano all’uncinetto oppure le ricamavano a mano, e il capo diventava un prezioso oggetto del loro corredo.

Mètte ‘a tuàgghje = apparecchiare il desco per desinare.

Dalla stessa pezza, quindi con i medesimi colori e disegni, si ricavano i tovaglioli, detti in dialetto ‘i salviètte

È chiamata tuàgghje anche quel paramento sacro che si stende sopra l’altare.

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Tròzzele

Tròzzele s.f= Carrucola, sporcizia, battola

1) Tròzzele = Bozzello, carrucola usata per issare le vele o per sollevare pesi. Anticamente era di legno. Oggi si usano quelle metalliche a più ruote. Paranco.

2) Tròzzele = Sporcizia in genere, ma specificamente lo sterco degli ovini, a forma di olive nere, specie se le palline si attaccano alla lana delle povere pecore… Termine usato generalmente al plurale. La lène sté tutta chjöne di tròzzele: e völ’esse lavéte. = La lana è sozza, e dev’essere lavata)

Per la pulizia a fondo di qlcn o di qlcs si usa il verbo struzzelé = togliere le tròzzele, levare la sporcizia.

Per indicare una persona sporca si usa truzzelüse al maschile, e truzzelöse al femminile.
Ho letto da qualche parte che tròzzele deriva dal latino trochleam (carrucola). Presumo che la forma tondeggiante del bozzello immancabilmente appeso ad una cima fu associata come immagine alla “cacarozza” della pecora attaccata alla sua lana (puah).

3) Tròzzele = Bàttola o Bàtola (ovviamente deriva da battere). Tavoletta di legno con maniglie mobili in ferro che – agitata con rapida torsione del polso – produce un rumore particolare, usata in passato all’esterno della chiesa, durante le Processioni della Settimana Santa quando tacevano le campane.
Ho letto che le battole erano usate anche dai battitori durante le battute di caccia per stanare la selvaggina.
In altre parti della Puglia la batola è chiamata “troccola” sempre derivata dal latino trochleam.
Similmente, durante le funzioni all’interno della chiesa, bastava il  crepitacolo (da crepitare) detta crotalo (dal nome del serpente a sonagli) o anche anche raganella (dalla ranocchia gracidante) usata al posto del tintinnante campanello.

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Trìppe

Trìppe s.f. = Busecca, trippa.

Stomaco (rumine, reticolo, omaso, abomaso) di bovini macellati che viene cucinato in vario modo.

Anche questo era considerato un piatto povero, ma ha sfamato a lungo i nostri genitori.

Ora è considerato un alimento grasso e volgare. Tuttavia una volta tanto vi consiglio di provarla per ricordare sapori antichi.

Provatela con il peperoncino alla maniera del morzeddu calabrese.

È sinonimo di epa, pancia, ventre prominente riferito a persone obese.

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Trègghje

Trègghje s.f. = Triglia

Pesce comune del Mediterraneo della famiglia dei Mullidae; ha dimensioni piccole e medie, colore rosso, pinne dorsali corte ed è ricercato per la bontà delle sue carni,apprezzate in frittura, in umido e alla griglia.

La triglia è diffusa anche nel Mar Nero e in Atlantico Orientale, dalla Norvegia al Senegal.

Noi, gente di mare, come fece Linneo nel 1758, classifichiamo le triglie in trègghje d’aspre (Mullus surmuletus), che vivono presso fondali rocciosi, e in trègghje de fànghe (Mullus barbatus barbatus), che vivono preso fondali sabbiosi.
Le prime si distinguono dalle altre perché sul loro corpo sono presenti alcune fasce longitudinali di colore scuro e per la testa più affusolata.

Non è l’habitat che conferisce loro una colorazione diversa, e una differente sapidità di carni: sono proprio due varietà della stessa famiglia di Mullidi. Tutte buone, per carità, ma ben riconoscibili dai buongustai, dagli intenditori e dalle massaie per la differenza di prezzo…

In ordine crescente di grandezza si distinguono in justenèlle, mezzéne, e trègghje.  La triglia di maggiore dimensione viene chiamata, al maschile ‘U tregghjelöne = il triglione.

Questo termine, riferito a una persona, è un po’ canzonatorio e definisce un sempliciotto.

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Tràscene

Tràscene s.f. = Tracina

Pesce di mare che appartiene alla famiglia degli Scorpenidi (Trachinus araneus). Raggiunge anche una lunghezza di 30 cm.

Le pinne dorsali, pelviche e caudali sono associate a ghiandole velenifere; il pesce, se disturbato, erige gli aculei che penetrano nella cute della vittima rilasciando il veleno.

Vive prevalentemente sui fondali sabbiosi, per questo motivo facilmente viene disturbata dai bagnanti che possono riportare la puntura della pianta del piede. Anche i pescatori, pulendo le reti possono pungersi alle mani ed alle gambe.

Nonostante questo ha delle carni bianche, sode e molto gustose, specie se cotte in umido.

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Tolètte

Tolètte s.f. = Toeletta

In francese toilette significa locale adibito a bagno, w.c.

In inglese il termine toilet ha molte sfaccettature: oltre che gabinetto, latrina, ritirata, significa anche toelettatura (specificamente per cani) abbigliamento, pulizia.

Da noi, quando si usava questo termine, si adoperava la locuzione fé tolètte = abbigliarsi con eleganza, dopo accurata pulizia personale, rasatura, e shampo compresi.

Vedere anch‘nduletté / ‘ndulettàrece = agghindare/agghindarsi, con ricercatezza ed eleganza.

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Tianèlle

Tianèlle s.f. = Tegamino

Si usava anche ‘u tjanjille, al maschile.
Sinonimo tièlle.

Uso un tempo al passato perché è prevalso l’uso del termine italiano pronunciato tegamüne….
È dialetto geneticamente modificato. Non mi piace!

Si tratta di un tegame a bordi bassi, si terracotta o anche di alluminio, adoperato per cuocere il ragù, i legumi, o per riscaldare una vivanda.

Mi pare di sentire mia nonna: Te jà fé l’ùve jind’u tianjille? = Ti preparo un uovo al tegamino?

Ritengo che l’origine del termine, qui usato al diminutivo, sia “tegame”. I Napoletani dicono tuttora ‘o tiàme e anche tiane e tianèlle.

 

Mi viene a mente un’antica filastrocca napoletana:
Chiove e ghièsce ‘o sole
tutt’e vècchje fann’ammore
fann’ammore int’o tiàne
tutte ‘e vecchie ruffiane.

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Tièlle

Tièlle s.f. = Tegame

Recipiente per cuocere cibi, tondo e basso, a uno o due manici.

Una volta le facevano di creta ed era speciale per preparare il ragù a fuoco lentissimo. Un rito.

Dim. tjellózze = tegamino.

Fé döj’öve ‘jìnd’a tièlle = Cuocere due uova al tegamino.

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