Tag: sostantivo femminile

Vavöse

Vavöse s.f. = Bavosa

Pesce di scoglio della fam. dei Perciformi (Blennius trigloides/Lipophrys trigloides ) che vive in fondali bassi. Lunghezza max cm 18. Corpo striato, carni sode.

Viene raggruppato, assieme ad altri pesci, in un generico pìsce de pröte = Pesci di pietra, ossia pesci che vivono su fondali rocciosi.
Da Wikipedia ho appreso che questo pesciolino riesce a  vivere fuori dal mare anche per alcune ore.

Esiste il sinonimo landröse (←clicca) forse più antico per indicare lo stesso pesciolino.

Dal nome del pesce si è passato ai soprannomi: Vavüse e Vavusöne

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Vàrde

Vàrde s.f. = Basto

Specie di sella, grossa di cuoio e legno, per asini e muli, che serve per caricarvi la soma (sacchi, legna, ceste e altro).

Varda vecchje = per similitudine è così chiamato un grosso oggetto in disuso, inefficiente, polveroso, che dà intralcio.  Forse per il fatto che venisse usata raramente, il basto rimaneva lungamente in un angolo della stalla a prendere polvere.

Jettàtale ‘sta varda vecchje = Buttatela questa robaccia.

Anche riferito a persona distesa sulla sabbia, sul divano, ecc. da lungo tempo e non dà segni di volersi rialzare.

Jàvezete da llà, c’assemìgghje a ‘na varda vècchje
 = Alzati da lì, ché sembri un basto logoro.

Termine che deriva dall’arabo bardaah. (بردى) che indica una specie di sella senza arcioni.

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Vanne

Vanne s.f. = Parte, lato, luogo, sito, posto

Posto, località, luogo, zona.

In letteratura (e tuttora anche nel Salento) è stato usato il termine “banda” nel significato di parte, lato: es. la folla arrivava da ogni banda. Etimo albanese Banda, Benda, Bendi.

Credo che da questo termine derivi il nostro vanne.

Add’jì ca vé? A nescjüna vanne = Dove vai? In nessun posto.

A quala vanne ha viste fé acchessì? = Dove (in quale posto) hai visto fare così? = Non comportarti più in questo modo riprovevole.

Se a ‘na vanne nen sì stéte ‘nvetéte ne t’appresentanne = Se in qualche luogo non sei invitato non ti presentare.

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Vandöre

Vandöre s.f. = Grembiule

Grembiule di tela grossa e a volta addirittura di cuoio come quello dei fabbri, usato dagli artigiani per proteggere i loro abiti da lavoro da bruciature o da vernice, o da colla, ecc.

Credo che derivi da “avanti” o “che si pone sul davanti”.

Il grembiule (che copre il grembo), usato tuttora dalla brave massaie, è di tela non troppo grossa, ed è chiamato con forma maschile ´u senéle, che protegge il seno o che si mette ´nzüne, addosso.

Quando una ragazza –  della quale le pettegole conoscevano le precorse  “battaglie” –   andava all’altare vestita di bianco, mascherando una perduta illibatezza, le malelingue dicevano che “n’ho fatte cjinde e jüne e mo ce mètte  ‘a vandöra bbianghe” = Ne ha combinate tante, ed ora si mette il grembiule bianco (ma noi sappiamo….).

Ora nessuno ci fa caso se la sposa ha il pancione sotto l’abito bianco..

 

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Vamméne

Vamméne s.f. = Levatrice

Ostetrica, levatrice.
Nei tempi in cui tutte le donne partorivano in casa la mammana era preziossima per la sua lunga esperienza.

Tutte le puerpere la chiamavano “comare”, come se avessero un vincolo speciale con lei.

Io ricordo le più note fino agli anni ’50: cummére Verèlle = comare Vera, e Cummére Marije Tunnjìlle. Non so se hanno ancora esercitato in epoca successiva.

Maledizione alla levatrice!

Un’imprecazione diffusa e simpatica è anche: Maledezzjöne, alla vamméne!

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Valanzüne

Valanzüne s.f. s.m. = Bilancina, cavallo d’appoggio

Non si tratta di una bilancia di precisione, quella usata dai farmacisti o dai tossicodipendenti.

1) Valanzüne s.f. = Bilancina, bilanciere.
È un’asta di legno cilindrica lunga cm 80 e di diametro di circa cm 10. Dalle due estremità partono due funi che si allacciano i finimenti del cavallo da tiro, e dalla parte centrale un gancio che si fissa al carrettöne=carro grande. Il fatto che avesse un gancio centrale e gli allacci alle due estremità la faceva assomigliare all’asta della bilancia a piatti. Da questo il nome valanzüne.

2) Valanzüne s.m. = Cavallo d’appoggio.
Per estensione si intende (‘u valanzüne, al maschile) il cavallo di appoggio a quello collocato tra le stanghe del carretto, che di solito è più forte e più affidabile, quando si prevede di trainare dei pesi considerevoli o di affrontare un percorso che comprende delle salite.

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Vacciüne

Vacciüne s.f. = Giovenca

Bovino femmina giovane, vaccina, vitellona.

Come aggettivo designa il tipo di carne: càrna vacciüne = carne vaccina (da vacca, carne bovina)

Viene usato anche come soprannome. Ricordo Giancècche ‘a vacciüne = Gianfrancesca “la vitella”.

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Üve

Üve s.f. = Uva

Frutto delle viti. È composto di graspi e acini che formano il grappolo; all’interno degli acini si trovano la polpa e i semi detti vinaccioli.

Esiste, è noto, l’uva da tavola e l’uva da vino, con caratteristiche zuccherine e organolettiche differenti.

Mange ‘stu bèlle graspe d’üve! = Mangia questo bel grappolo d’uva.

Il dialetto graspe è il grappolo. In italiano il graspo è ciò che resta del grappolo una volta tolti gli acini dell’uva.

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Uascèzze

Uascèzze s.f. = Abbondanza.

Abbondanza di cibo, a crepapelle.

A ufo.

Mangiare incontrollati.

Rimpinzarsi oltre misura, da fare schifo…

Sinonimo: sburdacchjamjinde

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Tunnelléte

Tunnelléte s.f. = Tonnellata

Nel sistema metrico decimale è una misura di peso pari a 1000 kg

tunnelléte si chiamava anche ‘u djice cundéle = il 10 quintali

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