Sciòttele s.f. = Acqua di cottura
È l’acqua di bollitura che si raccoglieva dopo aver lessato la pasta o le vedure in genere.
Era usata ancora calda, in secondo uso, per lavare le stoviglie.
Si riciclava per il terzo uso come brodaglia per ammollare il pane duro da dare alle galline allevate in casa, e infine come sciacquone per il W.C. quando finalmente quasi tutti avevano in casa l’allacciamento alla fognatura (dopo gli anni ’40) ma non l’acqua corrente.
Prima dell’avvento della fogna semplicemente si buttava per strada per la delizia delle mosche…
Il termine sciòttele era ritenuto a torto troppo rozzo, e fu “ingentilito” in jòttele come quasi tutti quelli che iniziano con “sci” o contengono questo suono all’interno della parola (sciucarjille, desciüne, sciüte, scenócchje, ecc.= giochino, digiuno, andato, ginocchio, ecc.).
I Montanari, ammirevolmente più tradizionalisti, non sono caduti in questa moda e tuttoggi pronunciano questo suono marcatamente (me ne vògghje scì a Mónde =me ne voglio andare a Monte).
L’unica differenza con il manfredoniano è la “o” di Monte, da noi pronunciata larga e dai Montanari stretta.
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