Sangiuànne s.m. = Padrino di battesimo
Dobbiamo un po’ rifarci al Vangelo. San Giovanni il precursore e cugino di Gesù, si autodefiniva ‘voce che grida nel deserto’ e viveva coperto di pelli e si nutriva di locuste (puah).
Venne chiamato il Battista, il battezzatore, perché battezzava i convertiti alla Parola di Dio con l’acqua del Giordano. Ebbe la ventura di battezzare Nostro Signore presentatosi al fiume.
L’altro San Giovanni, il più giovane degli Apostoli, cui Gesù morente affidò sua Madre dalla Croce, fu detto l’Evangelista essendo l’autore del 4° Vangelo e dell’Apocalisse.
Per secoli a Manfredonia ‘u Sangiuànne era colui che faceva da padrino in questa cerimonia, ed era rispettao moltissimo, come se fosse entrato nella parentela. Si chiamava anche ‘u cumbére Sangiuànne = Il padrino di Battesimo.
Tra lui ed il battezzato si stabiliva un legame davvero filiale. Lo si chiamava ‘compare’ e partecipava a tutti gli eventi belli e brutti della famiglia del figlioccio.
Ji murte u’ sangiuànne e nun séme ccchiù cumpere. Vuol dire che, con la morte del compare di battesimo, si allentava il vincolo di familiarità e di rispetto tra le due famiglie
Ji murte u’ criature e nun séme cchiù cumpère. Questo si diceva talvolta quando veniva a mancare il battezzato, dovuto all’alta mortalità infantile specie prima della seconda guerra mondiale e, appunto, si allentava il vincolo di familiarità, se non veniva rinnovata con la nascita di un ulteriore figlio, un nuovo sangiùanne.