Nu püle de fèmene töne ‘a fòrze de teré i bastemjinde a mére
Un pelo di donna ha la forza di trainare i bastimenti a mare.
Ovviamente è tutto metafora per indicare l’attrattiva femminile che ha una portata incommensurabile.
Il “pelo” è una “sinèddoche”, cioè una figura retorica del discorso, che indica una parte per il tutto. (Scusate: talvolta delle reminiscenze scolastiche vengono su da sole).
E avete capito tutti che in questo caso “il tutto” è la femminilità.
Se vogliamo rifarci alla storia o alla mitologia o alla letteratura, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta: la guerra di Troia scatenata dalla bella Elena; Betsabea che divenne vedova per mano di Davide che mandò il suo valoroso marito Uria a combattere in una zona pericolosissima, certo della sua morte, per poterla impalmare; la Contessa Castiglione inviata da Cavour graziosamente nel letto di Napoleone III per “convincerlo” ad aiutare il Piemonte contro l’Austria; la Pompadour alla corte di Luigi XV, praticamente la donna più potente di Francia; ecc. ecc.
Senza contare gli intrighi dell’era contemporanea….
Ad ogni modo, poiché non sono antifemminista, riconosco che dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna.
I Francesi usano una frase lapidaria per ogni evento di cronaca o per il successo di qualche uomo in qualsiasi campo (politica/arte/affari/ecc.) per indicarne la radice, l’origine : chechez la femme! = cercate la donna.
Nota fonetica:
bastemènde = bastimento, intesa al singolare. Al plurale fa bastemjinde, con la “i” pronunciata molto lunga, rappresentato da ji (come carabbenjire = carabiniere) o anche con “ī” (bastemīnde).
No comment yet, add your voice below!