M’ò ditte ‘u züte müje: tó mange e büve, nen te curànne d’i gènde de qua veciüne
Il mio fidanzato mi ha detto: tu mangia e bevi:
non ti curare della gente di qua vicino.
Il sublime Dante è stato più sintetico:
“non ti curar di lor ma guarda e passa”
È un invito a non temere i giudizi degi altri, ma di badare a fare bene quello che è il prorio dovere.
Il proverbio è costruito su un distico endecasillabo con i due versi assonanti (büve, veciüne), ma non in rima.
Nota fonetica: quel nen te curànne… spesso si contrae, nella parlata, in ‘nde curanne…
Nota linguistica: in dialetto per indicare la gente si usa ‘i crestjéne. Questo detto ha usato‘i gènde, le persone, la gente, o per questione di metrica o perché di origine foggiana. Difatti a Foggia è usuale dire ‘i gènde e non ‘i crestjüne.
Grazie ad Alfredo Rucher per il suo suggerimento.
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