Mègghje a farle ‘nu vestüte ca ‘nvetàrle a mangé
È più conveniente regalargli un vestiro piuttosto che invitarlo a pranzo.
Questo Detto, a guisa di gossip, è uno sfogo con un amico riferendosi ad un terzo soggetto, noto per il suo pantagruelico appetito.
Il termini economici costerebbe meno un vestito rispetto al valore della roba che addirittura costui sarebbe in grado di trangugiare.
Oggi non ci pensa più nessuno: se si invita qlcu a mangiare, lo si fa più per stare insieme che per la mangiata in se stessa. E se si nota che l’ospite mangia in quantità industriali, lo si definisce “buongustaio” che “fa onore alla tavola”, con gran soddisfazione della padrona di casa.
Ma una volta, diciamo fino a metà degli anni ’60, si badava moltissimo all’economia domestica, perché le ristrettezze economiche stigmatizzavano qualsiasi eccesso, e l’invito a pranzo era piuttosto raro. Ognuno a casa propria a mangiare quel poco che disponeva.
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