Döpe l’Epìste, Déo grazziàsse
Dopo l’Epistola: Déo Gràtias.
Si cita questo detto allorquando un soccorso, un suggerimento, un conforto e qualsiasi altro sostegno richiesto, arriva fuori tempo massimo. Ossia quando si è già conclusa l’emergenza.
L’origine è derivata dal fatto che durante il rito della la Messa celebrata in latino fin al 1965 (con il Concilio Vaticano II si è imposta la lingua locale), terminata la lettura dell’Epistola (per esempio di San Paolo agli Efesini, ai Corinti, ecc.) il popolo all’invito del Sacerdote (Vèrbum Dòminum! = Parola del Signore, rispondeva Déo gràtias = Rendiamo grazie a Dio).
In dialetto non si andava troppo per il sottile sulla pronuncia del latino, tanto non lo sapeva quasi nessuno. Quindi gràtias andava detto benissimo grazziàsse. Ricordo che il verbo suscìpiat = (Il Signore) accetti (questo sacrificio…), era pronunciato susci-i-piàtte e intesa come un ordine per soffiare sui piatti!
Quindi DOPO aver terminato qualunque azione quasi automaticamente si pronunciava la formula DEO GRATIAS = finalmente!
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