Ciócce a temöne e müle a valanzüne
Si tratta di linguaggio da carrettieri. Alla lettera significa: Ciuchi al timone e muli al bilancino.
Di solito al timone, ossia tra le stanghe del carrettone, di poneva un cavallo, più obbediente e sveglio del mulo, e al bilancino, ossia al tiro affiancato, un altro equino che eseguiva più l’andamento del carro che i comandi del carrettiere.
Gli asini e i muli sono considerati più animali da soma che da tiro. Messi a trainare il carro non sono proprio l’ideale per il corretto andamento del trasporto.
Figuratamente il proverbio si cita quando si vuole evidenziare che al vertice, al “comando” della casa, di un’Azienda, di un’Impresa, di un’Amministrazione, ecc. ci sono delle persone inadatte, incapaci, inefficienti e/o incompetenti (succede, succede…)
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