Chi negòzzja, càmbe; chi fatüje möre
Chi commercia vive, chi lavora muore.
In dialetto più antico la voce del verbo negoziare si pronunciava njòzzje, come il nome generico dell’esercizio commerciale (bottega di alimentari, ferramenta, tessuti, tabacchi, ecc.), ove generalmente il commerciante (‘u njuzzjande) compra all’ingrosso e vende al minuto.
Anche in tempi di magra, il commerciante riesce a trarre comunque il suo guadagno, e anche accumulare un gruzzoletto per il sostentamento della famiglia. Vive senza eccessive preoccupazioni.
Chi invece svolge un lavoro alla giornata, alle dipendenze, “muore” nel senso che stenta a vivere con tranquillità e dignitosamente.
Infatti il lavoratore dipendente può essere privato del guadagno, perché perde spesso delle giornate di lavoro, magari per le avverse condizioni del tempo, o perché un cantiere ha terminato e non se ne apre un altro, ecc.
All’epoca della coniazione del proverbio non esisteva la cassa integrazione guadagni.
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