Scuriéte (o Scurriéte) s.m. = frustino, scudiscio, sferza
Deriva dal latino ex coriata (composto da ex e corium = fatta di cuoio) oppure da virga excorrigiata ossia verga munita di corregge (strisce di cuoio).
Esso è formato da tre elementi:
– ‘a bacchètte = asta, bacchetta di legno elastica e resistente
– ‘a curröje = correggia, nerbo formato da striscioline sottili di cuoio intrecciate
– ‘a pundètte = punta, fiocchetto terminale.
I carrettieri e i vetturini facevano schioccare fragorosamente la frusta agitandola con perizia.
Il movimento repentino di abbassamento dell’asta della frusta si propagava alla correggia e da questa al fiocchetto.
Si produceva un rumore secco a causa del “taglio” dell’aria.
Lo schiocco spaventava un po’ il cavallo, che istintivamente accelerava il passo. Raramente il carrettiere picchiava o maltrattava la sua bestia perché rappresentava la fonte del suo sostentamento.
I conducenti di carrozzelle ogni tanto lanciavano “simpaticamente” una staffilata all’indietro, dove ragazzacci (… come me!) si appigliavano all’asse posteriore per farsi trainare.
Bell’ö’ dàlle addröte! = Buon uomo, sferra una scudisciata verso la parte posteriore della tua carrozzella (perché stanno ci bambini attaccati).
Scuriatéte = sferzata, staffilata, scudisciata, frustata.
Ho visto e udito un gruppo di carrettieri portare il tempo di una marcetta a schiocchi di frusta.
Ho scoperto casualmente che in lingua italiana il termine fu stato usato al femminile (scuriata o scuriada o scurlata) da Riccardo Bacchelli e addirittura da padre Dante.
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