Sciallètte s.f. = Sciarpetta, intingolo.
1 ) sciallètte = Lunga fascia di lana o di altro tessuto che si porta attorno al collo per ornarsi o per ripararsi dal freddo (Sabatini-Coletti). Una volta gli elegantoni la indossavano sotto il cappotto, in verticale dal collo in giù, senza nemmeno iaccavallarne i lembi. Ora si indossa alla meno peggio, a mio avviso in modo molto rustico e anticonvenzionale, con un orribile nodo, improponibile negli anni della mia giovinezza.
2) sciallètte, detta anche acquaséla càvete (per distinguerla dall’acquaséla frèdde) e sciallètte de purtjàlle = intingolo molto semplice.
La sciallètte era usata per inzuppare, o meglio, per ammorbidire tozzi di pane duro e vecchio. Come companatico valeva ben poco.
Suggerito dalla carenza di mezzi, consisteva in un mestolo di acqua, calda e condita con sale, che si versava in un piatto dentro cui era stato in precedenza spezzettato del pane molto raffermo e due fettine di arancia. Un filo, ma proprio un filo, di olio di oliva completava l’inusuale portata, che d’inverno rappresentava una vera e propria cena molto povera, in mancanza di altro.
Se questa sciallètte era monotonamente servita ogni sera, veniva accolta e apostrofata come sciacquapecciöne.
In Basilicata è detta “cialledda”. Presumo che abbia origine dal francese chaleur, chaud = calore, caldo.
Ora grazie a Dio, qui da noi nessuno soffre più la fame come una volta. Il pane che ora avanza viene spesso buttato nella spazzatura, perché è ritenuto “immangiabile”….e noi della vecchia generazione son sopportiamo questo scempio.
Il termine acquaséla usato all’inizio significa ‘acqua e sale’. L’acquaséla fredde era la versione estiva della sciallètte, e si compiaceva di avere, oltre all’acqua e al sale, anche una cipolla affettata che sostituiva l’arancia (purtjàlle) ed era arricchita dal pomodoro fresco affettato. L’origano era del tutto facoltativo.
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