Scavetatjille s.m. = Scaldatello
È corretta anche la versione scavedatjille.
Biscotto salato al finocchietto, tipico della Puglia e della Basilicata.
In quest’ultima Regione, a Potenza, sono conosciuti come “òssere de muórte” = ossa di morti, perché al tatto e al colore sembrano ossa… umane.
Per ottenerli croccanti bisogna impastare la farina con acqua, olio di oliva, semi di finocchio e sale.
Se ne ricava un cannello lungo che viene tagliato a circa 18 cm.
Ognuno di questi segmenti viene acciambellato.
Quando tutti le ciambelle sono confezionate vengono prima sbollentate, poi scolate e messe ad asciugare su un canovaccio.
Dopo di che vengono disposte in una teglia larga (detta ‘a ramöre = la lamiera) per la successiva cottura in forno.
Se ne ricava un cannello lungo che viene tagliato a circa 18 cm.
Ognuno di questi segmenti viene acciambellato.
Quando tutti le ciambelle sono confezionate vengono prima sbollentate, poi scolate e messe ad asciugare su un canovaccio.
Dopo di che vengono disposte in una teglia larga (detta ‘a ramöre = la lamiera) per la successiva cottura in forno.
Il nome dei biscotti, usato generalmente al plurale (i scavedatjille = gli scaldatelli), deriva dal fatto che sono stati scavedéte = bolliti.Ottimi quelli del tarallificio “Nella” Scusate la pubblicità, ma sono proprio uguali a quelli che faceva mamma mia jìndrechése.
Nel resto della Puglia, oltre a quelli classici ai semi di finocchio, si producono anche quelli al pepe, al peperoncino, alla salvia, al timo o alla maggiorana, e di formato mignon, a nodini o treccine.
Insomma la fantasia non manca ed il loro successo è indiscusso.
(foto tratta dal sito: www.destinazionegargano.it/)
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