Festüne s.m. = Festino
Una volta, diciamo fino agli anni ’50, indicava il trattenimento danzante di tono familiare e informale che seguiva la cerimonia delle nozze o del battesimo.
Per lo più si svolgeva in casa – opportunamente sgombrata da letto comodini e tavoli – ed era a base di pizzarèlle, dolcetti secchi, scaldatelli e rosolio fatti in casa, e talvolta allietato da un’orchestrina di cinque elementi: sax o clarinetto, chitarra, fisarmonica, batteria e contrabbasso.
Poi si è cominciato a usare i locali come il Ristorante Pastore, l’Albergo Daniele (scomparsi) e il Ristorante la Conghiglia (inaugurato nel 1962 credo). Allora i dolci si ordinavano in pasticceria (generalmente Aulisa o Castriotta) che fornivano anche i camerieri in giacca bianca, guanti e papillon.
Oggidì il festino di nozze si chiama rinfresco: 200 invitati, pranzo pantagruelico in locali di lusso, animatori, dj, torta nuziale, fotografi, cineoperatori, fuochi artificiali finali e separazione programmata a orologeria entro 24 mesi.
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